Lumière – L’avventura del cinema: Un viaggio nel tempo che non puoi perdere.

Distribuito dalla Cineteca di Bologna, il film celebra le radici del cinema con immagini restaurate dei fratelli Lumière

di Mattia Migliarino

Ci sono film che raccontano il cinema. E poi ci sono film che lo fanno sentire, riscoprire, vivere da capo. Lumière – L’avventura del cinema, distribuito dalla Cineteca di Bologna, è tutto questo. Un viaggio nel tempo costruito con 114 tra i più straordinari filmati girati tra il 1895 e il 1905 dai fratelli Lumière, restaurati e proiettati oggi sul grande schermo in 4K. Film di pochi secondi, piccole scene di vita quotidiana, sguardi alla macchina da presa, scorci di un mondo che non esiste più ma che in qualche modo continua a parlarci.
Guardandolo l’altra sera, mi è successo qualcosa che raramente accade al cinema: ho avuto i brividi. Perché in quelle immagini si sente lo spirito di un’epoca, la meraviglia di chi scopre un nuovo linguaggio, e anche quella nostra voglia continua di osservare, registrare, capire il mondo. È incredibile come quei gesti, quelle espressioni, quei movimenti semplici filmati più di cent’anni fa sembrino ancora vivi davanti ai nostri occhi. È proprio quel tipo di magia di cui parlava André Bazin, quando diceva che il cinema ha il potere di “mummificare il tempo”. Come se in ogni fotogramma ci fosse un pezzetto di realtà salvato per sempre. E questo film fa esattamente questo: ci mostra la vita com’era, senza filtri, con una potenza che ancora oggi colpisce.


Jean Renoir, Truffaut, Godard, Marcel Carné… sono solo alcuni dei registi che possiamo considerare veri “nipoti” artistici dei Lumière. Cineasti che hanno rinnovato e trasformato il cinema, senza mai dimenticare le sue radici. Come potremmo noi dimenticarle? Non viene anche a te voglia, vedendo queste immagini, di riscoprire tutto da capo?
A rendere il tutto ancora più emozionante è la colonna sonora di Gabriel Fauré, compositore contemporaneo dei fratelli Lumière, che accompagna con delicatezza e poesia ogni scena, trasformando i suoni mancanti in emozione pura.
E poi, diciamolo: vedere queste pellicole in sala – come quegli spettatori che nel 1895 sedevano incantati al Salon Indien – è un’esperienza che va fatta. Perché oggi più che mai, in un mondo saturo di immagini, capire da dove queste immagini arrivano è fondamentale. A mio avviso quest’opera andrebbe fatta vedere a chiunque voglia affacciarsi alla cultura e alla storia del cinema: è un punto di partenza ideale, ma anche un modo per capire quanto sia importante come guardiamo il mondo.

E allora perché le sale non erano piene? Perché un’opera così, che andrebbe proiettata ovunque, è passata un po’ in sordina? Forse c’è ancora tanto lavoro da fare sul valore della memoria cinematografica, sulla voglia di ritrovare le origini per capire davvero cos’è il cinema oggi.

Martin Scorsese lo ha definito “un patrimonio universale”. Justine Triet ha parlato di una “pura meraviglia”. Xavier Dolan, di un “colpo di fulmine”. E non è difficile capirne il motivo. Questo non è un semplice documentario, è un atto d’amore verso lo sguardo, verso il cinema stesso.

Quando tornerà in sala, non lasciartelo scappare. Te lo chiedo da spettatore emozionato, ma anche da chi studia la storia del cinema e sa quanto sia importante tornare all’origine per capire tutto il resto.

Informazioni su Mattia Migliarino 20 Articoli
Nato a Monza nel 1993. Nel 2019 ha conseguito la Laurea in Scienze Umanistiche per la Comunicazione presso l’Università Statale di Milano. Tra il 2011 e il 2019, ha collaborato con la rivista di musica e cinema 1977 Magazine. Successivamente ha conseguito la Laurea Magistrale in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale presso l’Università di Bologna discutendo la tesi: “L’Italia negli anni di piombo alla luce del cinema italiano”. Ha seguito vari Corsi di Cinema, tra cui il Corso di Critica Ritrovata, tenuto dal Prof. Roy Menarini.

1 Commento

  1. Bello e trascinante questo tuo articolo su Lumiére-La grande invenzione. Riesci a trasmettere il tuo entusiamo per il cinema, per l’inizio di un’avventura che ” non avrebbe avuto futuro” secondo i Lumiére… Ed eccoci qua e l’avventura continua! Quando l’ho visto l’emozione era tanta ma gli spettatori pochi: ho iniziato in sordina un applauso e con mia grande gioia sono riuscita a coinvolgere tutti! Un film sui Lumiére non può restare senza un applauso…!!!

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