
di Letizia Piredda
Interessante e ben congegnata quest’opera prima di Greta Scarano. Il tema è l’autismo ma qui l’autismo è affrontato da una prospettiva particolare, e cioè attraverso gli occhi della sorella. Sul piano clinico questa tematica è stata per lungo tempo trascurata; i primi studi che evidenziano i problemi dei fratelli di un bambino disabile risalgono a quindici anni fa [1]. Leggermente precedente quella che focalizza i problemi dei genitori di un bambino disabile. Qui ci troviamo di fronte a un quarantenne con autismo ad alto funzionamento che vive con i genitori, con una madre che lo tratta come un bambino piccolo incapace di autonomia a qualsiasi livello. Ma, a causa di un ricovero della madre, la sorella che abita a Roma, dovrà trasferirsi a Rimini e occuparsi del fratello. La situazione che la sorella dovrà affrontare è molto complessa e riguarda sia i problemi pregressi sia soprattutto quelli attuali.
“Lei è la seconda, quindi più piccola del fratello autistico, ma è sempre stata considerata la più grande rispetto al fratello pensato sempre come il più piccolo nell’economia familiare;
il fratello ( o la sorella), al contrario, è sempre il “primo” rispetto ai doveri e alle aspettative che i genitori hanno nei suoi confronti;
il fratello ( o la sorella) è sempre il secondo come oggetto di attenzione ed affetto, dato che la disabilità del fratello assorbe tutta l’attenzione e l’affetto da parte dei genitori”[vedi nota].
E’ quindi estremamente facile che si innesti una situazione di conflitto tra lei e i genitori e tra lei e il fratello.




Alcune scene del film
Tutto questo si troverà ad affrontare Irene quando è costretta a trasferirsi da Roma a Rimini.
E diventare adulti in un contesto così problematico, sarà un’impresa davvero ardua per Irene che deve sommare ai suoi problemi personali, quelli del fratello Omar e dei genitori.
Il film si ispira al libro di Damiano e Margherita Tercon (i Terconauti) “Mia sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale”.
Di fatto il film diventa una storia di formazione a due dove i conflitti piano piano lasciano il posto a un impegno coraggioso, in un alternarsi continuo di sconfitte e vittorie, dove quello che conta davvero è provare a diventare adulti, accettandosi reciprocamente: Irene farà sue le fantasie strampalate del fratello e i suoi obiettivi sopraelevati (vuole diventare un cantante rap famoso) e Omar accetterà gradualmente gli out out della sorella, uscendo dal mondo infantile in cui l’aveva imprigionato la madre. Il film ha un buon ritmo con una messa in scena realistica. Le musiche molto ben scelte riescono a mitigare la tensione nei momenti più critici e danno anche un tocco ironico. Ironia che spesso si affaccia nel corso del film, e che scaccia qualsiasi possibilità di retorica.
Note
Mazzoncini Bruna, Musatti Lucilla. I disturbi dello sviluppo. Bambini, genitori e insegnanti. Raffaello Cortina Editore, 2012
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