
di Martina Cossia Castiglioni
Sotto l’egida della Fondazione Pino Daniele (organizzazione no profit creata dai figli del musicista), nell’ambito degli eventi pensati per celebrarne i 70 anni a dieci dalla sua prematura scomparsa, è arrivato nelle sale il documentario di Francesco Lettieri Pino. Federico Vacalebre, giornalista del Mattino e critico musicale, ritraccia le tappe della vita e della carriera di Pino Daniele dialogando con il figlio Alex, con i colleghi e amici di sempre Rosario Jermano, Enzo Avitabile, Toni Esposito, James Senese. Alcune testimonianze sono invece voci fuori campo, come quelle di Dorina Giangrande, prima moglie dell’artista, di Tullio De Piscopo, Vasco Rossi, Jovanotti, Fiorello.


Degli inizi musicali del cantautore partenopeo si è già visto e detto molto, e alcune cose sono riproposte da Lettieri, ma nel suo film ci sono anche accenni ai momenti successivi. All’infarto che tenne Pino Daniele lontano dalle scene per oltre due anni; alla svolta ritenuta da molti «commerciale» di fine anni ’90; alla sua continua ricerca e sperimentazione musicale con album come Medina (2001), dove suona con musicisti africani o come Passi d’autore (2004), influenzato dallo studio degli antichi madrigali con numerosi brani eseguiti insieme a un coro; per finire con La grande madre (2012) e il pezzo Melodramma, che mescola la Romanza rinascimentale con il rock. Tra i momenti più emozionanti della pellicola i brevi squarci di vita familiare (qualche foto, un filmino girato dallo stesso Daniele nella casa di Formia) disseminati qua e là nel film ma con discrezione, come discreto e riservato era l’artista nel privato. Chiude questo denso documentario un inedito del 1981 (anno d’uscita dell’album Vai mò), Tiene mmane, inciso in una cassetta e ritrovato da Alex grazie a un ricordo di Toni Esposito.
Commenta per primo