Kontinental’ 25 di Radu Jude

Staying Alive, Staying Alive, Staying Alive

di Giulia Pugliese

Il regista rumeno, in questo film, è più sobrio e meno sperimentale nella resa, ma non meno aggressivo e provocatorio. Mette in scena sorta di mockumentary, girato male con il cellulare, forse il regista ha girato in fretta e furia per far arrivare il film a Berlino?
Il film parte come un’opera di denuncia sociale, senza però prendersi troppo sul serio. Seguiamo un personaggio per poi conoscerne un altro: la nostra protagonista, messa comunale, che dietro la facciata di donna integerrima, lavoratrice, madre e giurista, nasconde una maschera della società moderna, non solo rumena ma europea. Una donna che sembra sentirsi in colpa per le sue azioni, ma vuole solo attirare l’attenzione su di sé, senza prendersi nessuna responsabilità. È il volto benpensante, religioso, ipocrita e di sinistra(?) di una certa borghesia.
Nel suo viaggio interiore incontrerà diversi personaggi che provano ad aiutarla, dandole consigli, citando filosofi, religioni e dottrine orientali, che rasentano solo i luoghi comuni, un vuoto di pensiero e di capacità empatica verso l’altro.
Nella società rumena moderna, ma ripeto, questo è un attacco a tutta Europa, non si salva nessuno, neanche le vittime del sistema. Perché ormai tutti viviamo in maniera finta: “soffriamo” per gli ultimi, per i profughi di guerra, per i più sfortunati, ma è solo una facciata per apparire belli agli occhi degli altri. Abbiamo bisogno di conforto nelle religioni, nelle discipline orientali, negli altri e nelle parole vuote fatte di slogan, ma quando poi si potrebbe fare veramente qualcosa, si tirano fuori mille scuse e non si fa niente. Qualcuno si sentirà tirato in causa, ma farà finta di non esserlo, si arrabbierà, si fingerà scandalizzato e dirà che Radu Jude è un furbo che ammicca ai festival (forse l’ultima parte è vera).

La visione del regista rumeno è senza speranza, con dei personaggi che sono grotteschi come quelli di Do Not Expect Too Much from the End of the World e, proprio perché sono così detestabili, nessuno si riconosce in loro. La sua satira viene smorzata perché risulta poco aderente alla realtà. Quindi la critica rimane fine a se stessa. I film di Radu Jude sono impossibilitati a trovare una soluzione, la sua visione è troppo pessimista, ma anche impossibilitati a creare un vero dissenso.
Nel finale, eliminando tutto quello che lo rende grande, solo mostrando la verità della realtà rumena, riesce a creare un senso di dissenso molto più forte che in tutto il film, che sembra dire: siamo quello che produciamo e che vediamo tutti i giorni, oltre che essere una metafora della poca armonia e unità della società rumena.
L’operazione che Radu Jude fa è la stessa di Hong Sang-soo, però non riesce a essere pungente come il regista coreano, per questa sua aggressività. Mentre Hong Sang-soo ci arriva piano piano, entrando lentamente in una situazione di fastidio per lo spettatore, Radu Jude sembra gridare in faccia allo spettatore, insultandolo.
Il film, girato con il cellulare probabilmente in un mese, sembra proprio dirci: “A me dello stile non importa, con il mio senso dell’umorismo caustico e le mie trovate geniali vengo a prendermi l’Orso d’oro”. Non ha vinto l’Orso d’oro, ma ha vinto come miglior sceneggiatura. Questo farà accrescere ancora di più il suo ego?

Informazioni su Giulia Pugliese 36 Articoli
Giulia Pugliese Scrittrice Educazione 2011 - Master in EUC Group & CEERNT European Project 2006/2010 - Laurea triennale in Cooperazione allo sviluppo Esperienze lavorative 2024 - Scrittrice di critica cinematografica per il blog online Odeon 2023 - Scrittrice di critica cinematografica per il blog online I-Films 2022/2023 - Scrittrice di critica cinematografica per il blog online Long Take Premiazioni Vincitrice del concorso di scrittura per la critica cinematografica over 30 indetto da Long Take Film Festival quinta edizione - 2023
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