Uno dei film più attesi di questa Berlinale, insieme a Mickey 17 di Bong Joon-ho. Richard Linklater è uno degli autori più prolifici di un cinema americano che cerca di creare qualcosa di diverso ed è una fucina d’idee sempre nuove, che possono riuscire o meno, ma è di sicuro uno sperimentatore. Questo film è riuscito, non in toto, ma in gran parte. Va premiata questa volontà creativa di essere differente e di portare il cinema a un altro livello. Il suo rapporto con Ethan Hawke è una delle collaborazioni creative più durature e prolifiche di Hollywood, paragonabile a quella di Martin Scorsese e Robert De Niro. Ci hanno sempre regalato prodotti artistici di grande valore e, anche in questo film, l’autore e l’interprete inseriscono un nuovo tassello di grande cinema, diverso da tutto quello che hanno fatto in precedenza. In Blue Moon, che mescola teatro e biopic, Ethan Hawke è sempre in scena e sorregge il film, avendo però al suo fianco le ottime spalle di Andrew Scott, Bobby Cannavale e Margaret Qualley. Il film, che poteva risultare noioso, una prova di stile o anche poco interessante per un pubblico europeo che non conosce bene la portata e la storia del personaggio di Lorenz Hart, risulta invece godibile, con un’ottima sceneggiatura e pieno di inventive registiche che creano ritmo. Il ritmo è scandito anche dagli attori, che riescono a fare da spalla al protagonista creando una sorta di coreografia, e questo miracolo fa sì che l’opera non sia troppo piatta e trovi la giusta misura cinematografica. Al centro c’è il nostro protagonista, Lorenz Hart, un uomo che ha scritto i testi delle più belle canzoni d’amore degli anni ’30 e ’40 per Broadway, Hollywood e diversi interpreti, come My Funny Valentine, Isn’t It Romantic? e Blue Moon, da cui prende il nome il film. Il suo sodalizio con Richard Rodgers, interpretato da Andrew Scott, è messo in crisi dal fatto che il musicista ha composto il suo primo musical senza Hart, Oklahoma! Il film è proprio ambientato la sera della prima di questo spettacolo. Il personaggio di Lorenz Hart risulta accattivante, perfido e divertente, ma anche un uomo ricco di contraddizioni e terribilmente spaventato dall’idea di rimanere solo. Un uomo di successo per il suo lavoro, mentre sul piano personale è pieno d’insicurezze e ha paura della solitudine. Viene da chiedersi, visto che Richard Linklater ed Ethan Hawke lavorano assieme da molti anni e il loro sodalizio è ben rodato, se c’è qualcosa di loro in questa coppia di artisti che hanno lavorato l’uno a fianco all’altro per vent’anni. A un certo punto del film il protagonista incontra un giovane sceneggiatore, a cui consiglia di focalizzarsi di più sulle storie di amicizia che su quelle d’amore.
Il regista ricerca un’atmosfera e dà un tocco autoriale, gli attori sono molto bravi, l’idea è molto forte, ma il collante di tutto è la sceneggiatura. Le incredibili battute caustiche di Lorenz Hart e i battibecchi tra i personaggi, che permettono di fare riflessioni sulla vita, sull’arte, sull’amore e sullo show business, sono arguti e profondi. Fanno apparire il nostro protagonista brillante e lo palesano per il vero paroliere che è. Ci sono parti più o meno buone, si raggiungono livelli molto alti, ma anche momenti medi, a tratti persino noiosi. Nel complesso, il film è riuscito e cattura l’attenzione dello spettatore, trovando la sua forza nella parola e rendendo così omaggio al suo protagonista. Alla fine, la festa finisce, tutti se ne vanno a casa o a un’altra festa, e senza il calore degli altri si rimane soli, a pensare al tempo passato, ai rapporti e ai rimpianti. Gli anni ’40, in cui il film è ambientato (precisamente il 1943), sono anche gli anni in cui l’America è coinvolta nella Seconda guerra mondiale, un periodo in cui più che mai le sorti del mondo, della democrazia e dei valori sono in pericolo. L’arte diventa allora un conforto per continuare a ballare e cantare, proprio come il nostro protagonista trova rifugio nell’arte e nella scrittura, anche se il mondo lo respinge, ma ama le sue opere. Un film diverso, brillante, pieno di spunti, con ottimi interpreti e guidato da un grande autore che ha trovato il suo attore ideale. Ma la cosa migliore è la sceneggiatura, con un attacco ironico al cinema citazionista. Ironia, grande cinema e ricerca sono elementi che nei film di Richard Linklater non mancano mai.
Giulia Pugliese
Scrittrice
Educazione
2011 - Master in EUC Group & CEERNT European Project
2006/2010 - Laurea triennale in Cooperazione allo sviluppo
Esperienze lavorative
2024 - Scrittrice di critica cinematografica per il blog online Odeon
2023 - Scrittrice di critica cinematografica per il blog online I-Films
2022/2023 - Scrittrice di critica cinematografica per il blog online Long Take
Premiazioni
Vincitrice del concorso di scrittura per la critica cinematografica over 30 indetto da Long Take Film Festival quinta edizione - 2023
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