Brevi di critica: Grand Tour, 2024

di Letizia Piredda

Faccio mio l’invito di Andrea Chimento: se riuscirete a non seguire le regole cinematografiche a cui siamo abituati sarà davvero una delle visioni più intense di tutta la stagione. Siamo disposti a perderci in un viaggio senza meta, senza tempo, a partire da quella ruota panoramica che si sdoppia in due percorsi che finiscono per girare a vuoto nel tentativo impossibile di un incontro? Perché il film di Gomes ci chiede questo: di seguire un racconto che non termina, di seguire chi fugge e chi insegue senza mai approdare a un evento conclusivo.

O addirittura approdando a un evento che cancella quello precedente o forse tutta la storia, come quando l’eroina muore per rialzarsi poco dopo come sappiamo succedere sia al cinema che a teatro. Il film di Gomes richiama con forza il cinema di El Pampero Cine una casa di produzione indipendente e le sue forme labirintiche di narrazione che fanno germogliare storie dentro storie attraversando i generi più disparati.
Provate a vederlo, vale la pena!

Informazioni su Letizia Piredda 196 Articoli
Letizia Piredda ha studiato e vive a Roma, dove si è laureata in Filosofia. Ha frequentato per diversi anni Corsi Monografici di Analisi di Film e più di recente Corsi di Critica Cinematografica presso Sentieri Selvaggi, Longtake e La Critica ritrovata. Ha tenuto Seminari su tematiche di cinema presso l’Università di Perugia. Da 3 anni collabora con il sito Longtake. Ha vinto il Concorso di Critica Cinematografica over30 nell’ambito del Longtake Film Festival 6 Edizione, 2024
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