BREVI DI CRITICA: Flow

Arriva dalla Lettonia la splendida pellicola d’animazione Flow: presentata all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Un certain regard e premiata ad Annecy, ora – è proprio il caso di dirlo – veleggia verso gli Oscar tra i candidati per il miglior film internazionale.

In un mondo dove l’unica traccia dell’uomo sembra essere una casa abbandonata, la minaccia di un’alluvione costringe un gatto nero a convivere su un’imbarcazione di fortuna con altri animali. Con lui ci sono un pigro capibara (uno dei roditori più grandi del mondo), un lemure che ama appropriarsi di vari oggetti (tra i quali uno specchio), un labrador giocherellone e un esemplare di serpentario. Ma Flow non è un film alla Walt Disney. Gli animali e i loro movimenti sono molto realistici, e non ci sono dialoghi. Per Il regista Gints Zilbadolis la cosa più importante è che la narrazione si sviluppi grazie alla forza delle immagini. Trasportati dai flutti tra i resti di passate civiltà, il gatto e i suoi compagni di viaggio imparano che solo restando uniti possono salvarsi. E noi spettatori, seguendo il punto di vista del gatto, ci perdiamo nella bellezza di questo film.

Informazioni su Martina Cossia Castiglioni 22 Articoli
MARTINA COSSIA CASTIGLIONI (1964) si è laureata in Lingue alla Statale di Milano. Dal 2001 al 2009 ha tenuto un rubrica dedicata ai libri per Milano Finanza e dal 2011 al 2016 è stata responsabile editoriale per Uroboros Edizioni. Appassionata di cinema, frequenta  i corsi di Longtake e ha iniziato da poco a scrivere di cinema in rete.
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