Introduzione: perché riscoprire Kieślowski
di Letizia Piredda
In un momento così difficile come quello che stiamo attraversando, caratterizzato dall’azzeramento dei valori umani, e da una crescente spirale di violenza, ormai inarrestabile, e dal pullulare di film che si limitano a una “visione superficiale” del male, puntando unicamente all’effetto adrenalinico, abbiamo sentito il bisogno di riscoprire l’opera di uno dei maestri del cinema europeo, capace come pochi altri di unire la riflessione filosofica sull’intreccio tra caso e necessità nella vita a uno sguardo penetrante e ancora attuale sulle contraddizioni morali, politiche e sociali del nostro tempo: Krzysztof Kieślowski.
Attraverso il cinema Kieślowski ha posto a se stesso e al suo pubblico le domande filosofiche fondamentali: la metafisica, la trascendenza non verificabile, l’incomunicabilità, sempre rifuggendo dalle facili definizioni e dalle etichette. In opposizione al comunismo, ha preso le distanze da tutti i movimenti di massa sociali e rivoluzionari. Ha diretto il Decalogo, ma si è sempre rifiutato di essere rinchiuso in formule religiose. Ha mantenuto la distanza dal cattolicesimo, dichiarando di non credere in Dio ma di avere un rapporto con lui. Ha affrontato la complessità dell’intreccio tra caso, destino e volontà. Ne La doppia vita di Veronica si è posto domande al limite tra la filosofia e la fantascienza: esistono doppi umani? Possono le persone prendere il posto di altre persone?
Oggi c’è una nuova generazione che non l’ha conosciuto e ci piace pensare che il nostro piccolo contributo possa in qualche modo raggiungere i giovani e trasmettere loro la curiosità e la passione per questo grande regista che ci ha insegnato a “essere aperti all’evento” e a “vivere con attenzione”.
Nello speciale abbiamo dedicato un ampio spazio alla fase meno conosciuta di Kieślowski: quella del documentario, e del sofferto passaggio dal documentario alla fiction, e i suoi primi film di finzione: Il cineamatore, 1979 e Destino Cieco,1981.
Nella parte centrale oggetto della nostra riflessione è stata l’opera monumentale realizzata in collaborazione con Piesewich, il Decalogo, di cui abbiamo commentato diversi episodi, mentre nella parte finale abbiamo analizzato le opere del periodo francese, quelle più conosciute al pubblico, che hanno permesso, tardivamente, di portare Kieślowski alla ribalta europea: la Doppia vita di Veronica e la Trilogia dei colori, concludendo con il suo capolavoro assoluto e anche ultimo film, Film Rosso.
Seguono 2 Appendici: nella prima diamo la parola ai due autori e riportiamo la poesia della Szymborska che, secondo Kieślowski, parla di Film Rosso; la seconda l’abbiamo dedicata all’eredità di Kieślowski.
Gli autori:
Martina Cossia Castiglioni
Pino Moroni
Letizia Piredda
Giulia Pugliese
Coordinatrice dello Speciale:
Letizia Piredda