Il futuro del cinema con le AI

Robot hand making contact with human hand on dark background 3D rendering

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questo articolo di Marco Milone sull’Intelligenza Artificiale, argomento attualissimo che ci attrae e ci disorienta insieme. Sicuramente ne sappiamo ancora troppo poco, e questa è l’occasione per aumentare le nostre conoscenze in merito.

la Redazione

Le intelligenze artificiali avranno un ruolo sempre più importante nella produzione cinematografica. Meglio saperlo.

di Marco Milone

Un’opera di Gertrude Abercrombie

Negli ultimi decenni, l’industria cinematografica ha subito trasformazioni radicali grazie all’avvento di nuove tecnologie e alla crescente connettività globale. Se nel secolo scorso il cinema era principalmente dominato da grandi studi di produzione e proiettato esclusivamente nelle sale cinematografiche, oggi assistiamo a una democratizzazione senza precedenti della creazione e distribuzione dei contenuti. Questa evoluzione è stata alimentata dall’avvento del Web 2.0 che ha permesso a chiunque di diventare creatore di contenuti tramite piattaforme come YouTube e TikTok. Guardando al futuro, si prospetta una nuova rivoluzione guidata dall’intelligenza artificiale (IA), dalla realtà virtuale e aumentata (VR e AR) e dalle dinamiche di gamification e profilazione avanzata degli spettatori.

L’intelligenza artificiale sta diventando un elemento centrale nella produzione cinematografica, trasformando radicalmente il modo in cui vengono creati i film. Un esempio concreto di automazione nel cinema è l’utilizzo dei sistemi di automazione delle luci da parte di Disney durante la produzione del live-action “Beauty and the Beast” (2017), la cui automazione delle luci illustra perfettamente il concetto di Heidegger secondo cui la tecnica moderna trascina l’uomo verso una perfezione inarrestabile di movimento ed efficienza. Questi sistemi hanno garantito un’illuminazione perfetta in ogni scena, riducendo i tempi di setup e migliorando l’efficienza. 

Un ulteriore esempio significativo dell’uso dell’IA per migliorare gli effetti visivi è “The Irishman” (2019), diretto da Martin Scorsese. Il film ha utilizzato l’intelligenza artificiale per ringiovanire digitalmente gli attori Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci. Questa tecnica, sviluppata da Industrial Light & Magic (ILM), ha permesso di rimuovere le rughe e altri segni di invecchiamento senza l’uso di trucchi invasivi o protesi, mantenendo le performance autentiche degli attori.
Dopo “The Irishman”, un altro caso significativo di come l’IA stia rivoluzionando il cinema può essere trovato in “Star Wars: The Rise of Skywalker”, (2019), dove è stata utilizzata per riportare sullo schermo il personaggio di Leia Organa, interpretato dalla defunta Carrie Fisher. Utilizzando filmati d’archivio combinati con tecniche di deep learning, l’intelligenza artificiale ha aiutato a creare nuove scene che integrassero la performance originale dell’attrice con il nuovo contesto narrativo. Analogamente a quanto visto in “The Irishman” anche “Star Wars: The Rise of Skywalker”, nel film “Gemini Man” (2019), diretto da Ang Lee, sono state utilizzate tecnologie avanzate di de-aging e CGI per creare una versione più giovane di Will Smith. La società Weta Digital ha combinato il motion capture e l’IA per rendere il personaggio giovane credibile e realistico. Anche “Avengers: Endgame” (2019) ha utilizzato l’intelligenza artificiale per creare effetti visivi complessi, come la battaglia finale che coinvolge centinaia di personaggi. La tecnologia ha permesso di gestire e coordinare l’interazione tra elementi reali e digitali su larga scala. Infine, la 20th Century Fox ha utilizzato IBM Watson per analizzare il film “Morgan” (2016) e selezionare le scene più adatte per creare un trailer: dopo avere analizzato centinaia di trailer di film horror e thriller per identificare i momenti chiave, ha suggerito le clip da includere nel trailer finale; e sebbene il trailer sia stato poi rifinito da un editor umano, Watson ha accelerato significativamente il processo di selezione delle scene, riducendo i tempi di montaggio da settimane a pochi giorni. L’uso di IBM Watson nel montaggio del trailer di “Morgan” (2016) ci ricorda le parole di Borges: “Il tempo è la sostanza di cui sono fatto”. Riducendo il tempo di produzione, la tecnologia ci libera per dedicare più energia alla creatività, aprendo anche le porte a una nuova generazione di creatori di contenuti che possono ora realizzare progetti di alta qualità senza la necessità di competenze tecniche avanzate.

Tuttavia, questa trasformazione porta con sé anche sfide etiche significative. La creazione di contenuti completamente autonomi da parte dell’IA solleva questioni riguardanti l’autenticità e la proprietà creativa. Inoltre, l’integrazione del cinema nella vita quotidiana potrebbe influenzare il modo in cui percepiamo la realtà, sollevando preoccupazioni sulla manipolazione delle percezioni e sul controllo delle informazioni. Sarà fondamentale sviluppare regolamentazioni etiche che bilancino l’innovazione con la protezione dei diritti individuali. La tecnologia deepfake ha già fatto il suo ingresso nel mondo del cinema, permettendo la creazione di personaggi virtuali incredibilmente realistici. Un esempio eclatante è l’uso della CGI in “The Mandalorian” per riportare in vita personaggi iconici, dimostrando il potenziale di queste tecnologie nella creazione di contenuti cinematografici. In “Blade Runner 2049” (2017), diretto da Denis Villeneuve, l’IA è stata utilizzata per creare la replica digitale dell’attrice Sean Young, che riprende il suo ruolo di Rachael dal film originale del 1982. Questa tecnica ha comportato la combinazione di riprese dal vivo con tecniche avanzate di CGI per ricostruire il volto dell’attrice come appariva decenni prima. Questo esempio mostra come l’IA possa essere utilizzata per ricreare fedelmente attori del passato, mantenendo la continuità narrativa e soddisfacendo le aspettative dei fan. Un ulteriore esempio è “Rogue One: A Star Wars Story” (2016), dove l’IA è stata utilizzata per riportare in vita il personaggio del Grand Moff Tarkin, interpretato originariamente da Peter Cushing, deceduto nel 1994. Questo esempio illustra le potenzialità e le sfide etiche dell’uso dell’IA per ricreare attori deceduti, sollevando questioni di autenticità e consenso.

L’intelligenza artificiale ha anche aiutato a creare una versione digitale del volto dell’attore, combinata con il motion capture. Oltre a trasformare i lungometraggi, l’IA sta anche rivoluzionando le serie TV. Un esempio emblematico di questa innovazione è la serie TV “Westworld” (HBO) che ha utilizzato l’intelligenza artificiale per creare personaggi androidi realistici e per simulare ambientazioni complesse e interattive. 

Le case di produzione di Hollywood stanno già utilizzando tools come ScriptBook per valutare le sceneggiature fin dalle prime fasi. Questo aiuta a identificare potenziali successi e a evitare investimenti in progetti meno promettenti. Anche i giganti dello streaming come Netflix stanno adottando ScriptBook per gestire l’enorme quantità di sceneggiature che ricevono. Questo strumento AI aiuta a scegliere le sceneggiature che meglio rispondono alle preferenze degli spettatori e che hanno una maggiore probabilità di successo​.

Le piattaforme di streaming utilizzano anche Scry per personalizzare le raccomandazioni di contenuti basandosi su analisi dettagliate del pubblico, comprendendo il comportamento e le preferenze degli spettatori, le piattaforme possono suggerire contenuti che mantengono gli abbonati coinvolti e soddisfatti. I distributori di film lo utilizzano per ottenere insights sulle reazioni e le tendenze del pubblico, aiutandoli a creare strategie di marketing efficaci. Prevedendo come diverse demografie potrebbero rispondere a un film, Scry consente di realizzare campagne pubblicitarie mirate che massimizzano la portata e l’impatto​. E ancora le reti televisive adottano Scry per analizzare le performance degli episodi pilota e delle serie, studiando a priori i livelli di coinvolgimento degli spettatori e perfezionando i contenuti prima dei lanci su larga scala, garantendo che gli show risuonino bene con il pubblico fin dall’inizio​.

L’adozione di strumenti come ScriptBook, Merlin Video e Scry per analizzare sceneggiature e contenuti audiovisivi sta offrendo previsioni e analisi che aiutano i professionisti del settore a prendere decisioni informate. Adesso i produttori cinematografici possono valutare il potenziale successo delle sceneggiature prima di impegnarsi nella produzione, analizzando elementi come la trama, lo sviluppo dei personaggi e i dialoghi, fornendo previsioni accurate sul rendimento commerciale dei film, dimostrando a oggi un tasso di accuratezza dell’84% nel prevedere il successo al botteghino​. L’adozione di questi tools dimostra come l’intelligenza artificiale possa trasformare l’industria dell’intrattenimento. Questi strumenti non solo migliorano il processo decisionale attraverso previsioni e analisi accurate, ma consentono anche una personalizzazione più efficace dei contenuti e strategie di marketing più mirate. Sebbene possano ottimizzare la vendibilità, c’è il rischio che questa ricerca di successo al botteghino finisca per standardizzare le trame, riducendo l’innovazione e il rischio creativo. Vendibile non sempre significa qualitativamente elevato, e il cinema potrebbe perdere parte della sua autenticità e complessità narrativa se si affida troppo ai dati per guidare le scelte creative.

Immaginiamo ora un futuro in cui l’IA non è solo uno strumento di supporto, ma diventa un creatore autonomo di film. Questi ‘registi digitali’ potrebbero analizzare enormi quantità di dati per capire le preferenze del pubblico, creare sceneggiature originali e dirigere attori virtuali con una precisione impeccabile. Ogni decisione artistica, dalla scelta delle inquadrature al montaggio finale, potrebbe essere ottimizzata per massimizzare l’engagement e la soddisfazione degli spettatori.

Le piattaforme di streaming come Netflix e Amazon Prime già utilizzano algoritmi di raccomandazione per suggerire contenuti agli utenti. Forse nel futuro, questi algoritmi diventeranno ancora più sofisticati, offrendo raccomandazioni altamente personalizzate che tengono conto delle abitudini di visione individuali, delle preferenze esplicite e implicite, e del contesto di visualizzazione (come l’ora del giorno o il dispositivo utilizzato). Questo livello di personalizzazione non solo aumenterà l’engagement del pubblico, offrendo loro contenuti che rispecchiano esattamente i loro gusti e il loro stile di vita, ma contribuirà anche alla visibilità dei contenuti indipendenti. Algoritmi più raffinati potranno infatti riconoscere l’interesse degli spettatori per tematiche o stili meno convenzionali, facilitando la scoperta di film e serie meno mainstream che altrimenti rischierebbero di rimanere nascosti tra produzioni più commerciali.

Se difatti l’IA può analizzare i dati demografici e comportamentali degli utenti per identificare i segmenti di pubblico più propensi a sostenere un progetto, questi segmenti possono essere targetizzati con messaggi di marketing personalizzati, aumentando le probabilità di conversione. Ad esempio, può inviare e-mail personalizzate che evidenziano gli aspetti del progetto più rilevanti per ogni destinatario, aumentando l’engagement e le donazioni. L’IA può ottimizzare gli annunci pubblicitari analizzando le performance in tempo reale e apportando modifiche automatiche per migliorare i risultati. Questo include la regolazione dei budget pubblicitari, la scelta delle parole chiave più efficaci e la selezione delle piattaforme pubblicitarie più appropriate.

Nella pratica, l’IA ha già dimostrato la sua capacità di contribuire alla scrittura di sceneggiature attraverso vari progetti sperimentali. Ad esempio, “Sunspring” (2016) è un cortometraggio di fantascienza scritto interamente da un’IA chiamata Benjamin, sviluppata da Ross Goodwin e Oscar Sharp. Questo film, creato come parte di una sfida per il Sci-Fi London Film Festival, ha utilizzato una rete neurale LSTM addestrata su numerose sceneggiature di film di fantascienza per generare il copione. Inoltre, progetti successivi come “Zone Out” (2021) e “It’s No Game” (2017) hanno ulteriormente esplorato le capacità dell’IA nella scrittura creativa. “Zone Out” ha dimostrato come l’IA possa creare narrazioni coese e coinvolgenti, mentre “It’s No Game” ha utilizzato Benjamin per scrivere parti della sceneggiatura, inclusi dialoghi che riflettono sul ruolo degli esseri umani nel lavoro creativo. Un altro progetto interessante è “Artificial Intelligentsia” (2018), dove un’IA ha co-scritto la sceneggiatura con un team umano. Questo film ha esplorato le interazioni tra le capacità creative degli esseri umani e quelle delle macchine, cercando di trovare un equilibrio tra i due approcci. Infine, “Il diario di Sisifo” (2023) è un film italiano sperimentale e indipendente, noto per essere il primo lungometraggio al mondo scritto interamente da un’intelligenza artificiale, nello specifico GPT-NEO. Diretto da Mateusz Miroslaw Lis, il film narra la vita di Adamo, un giovane studente universitario afflitto da una crisi esistenziale, che intraprende un viaggio alla ricerca del significato della vita. La sceneggiatura è stata completamente scritta dall’AI, alimentata con un riassunto della trama, linee narrative e scene desiderate. Presentato al Festival dello Spettatore 2023 ad Arezzo, il film ha ricevuto attenzione per il suo approccio innovativo nell’uso dell’intelligenza artificiale per la scrittura creativa.

Gli algoritmi di intelligenza artificiale possono analizzare vasti database di testi esistenti, modelli e temi ricorrenti, per generare nuove idee di trama. Gli scrittori possono utilizzare questi strumenti come punto di partenza per sviluppare nuove storie. Ad esempio, un algoritmo potrebbe suggerire combinazioni inedite di generi o temi che un essere umano potrebbe non prendere in considerazione. Non dobbiamo pensare che gli scrittori saranno sostituiti dall’IA, ma piuttosto che collaboreranno con essa. L’IA può suggerire variazioni e miglioramenti, mentre gli autori mantengono il controllo creativo, apportando modifiche e aggiustamenti per rifinire il prodotto finale. Questo processo collaborativo potrebbe anche accelerare la scrittura, rendendola persino più efficiente e stimolante.

L’IA non è però solo uno strumento per la scrittura di sceneggiature, ma sta anche rivoluzionando la produzione tecnica e la creazione di effetti visivi. Esempi di questo includono “World of Tomorrow Episode Two: The Burden of Other People’s Thoughts” (2017), diretto da Don Hertzfeldt, che utilizza tecniche di IA per creare effetti visivi e animazioni. Inoltre, il documentario “The AI That Sees Through Your Eyes” (2021) esplora l’impatto dell’IA sulla società, con sezioni create con algoritmi AI per generare immagini e sequenze narrative. Il documentario “AI: More Than Human” (2019) esamina l’evoluzione dell’intelligenza artificiale, includendo segmenti generati con tecniche AI per illustrare punti specifici, mentre “Painted by AI” (2020) esamina l’interazione tra l’IA e l’arte visiva, includendo segmenti di video generati con reti neurali generative per creare opere d’arte animate. Nella serie televisiva di fantascienza “Another Life” (2019-2021), creata da Aaron Martin e distribuita su Netflix, l’IA è stata utilizzata per migliorare gli effetti visivi e alcune sequenze narrative. Il corto sperimentale “The Mass” (2021) utilizza reti neurali generative per produrre visualizzazioni artistiche e surreali, esplorando temi di esistenza e coscienza. Infine, il videogioco horror psicologico “Observer” (2017), sviluppato da Bloober Team, utilizza algoritmi AI per creare un’esperienza immersiva e adattiva, influenzando la narrazione in base alle azioni del giocatore, dimostrando l’uso innovativo dell’IA in ambiti narrativi non tradizionali.

L’integrazione di elementi interattivi e dinamiche di gamification rappresenta una delle innovazioni più promettenti per il cinema del futuro. La gamification applica elementi tipici del gioco, come punti, livelli e sfide, al contesto cinematografico. Questo approccio può aumentare l’engagement del pubblico, rendendo l’esperienza più immersiva e divertente. 

Un esempio concreto di questo approccio è “Bandersnatch”, un episodio interattivo della serie “Black Mirror” distribuito da Netflix. In “Bandersnatch”, gli spettatori possono prendere decisioni per il protagonista, influenzando il corso della storia e determinando diversi finali possibili. Questo tipo di narrazione interattiva dimostra come le piattaforme di streaming possano integrare elementi di gamification per offrire esperienze personalizzate e coinvolgenti.

Un altro esempio innovativo è DungeonAI, una piattaforma che utilizza l’intelligenza artificiale per creare avventure narrative interattive. DungeonAI permette agli utenti di esplorare storie dinamiche e personalizzate, dove le scelte del giocatore influenzano direttamente lo sviluppo della trama. Queste esperienze interattive mostrano come la combinazione di IA e gamification possa trasformare il modo in cui il pubblico interagisce con i contenuti cinematografici, creando un senso di coinvolgimento e partecipazione attiva.

Il cinema interattivo permette al pubblico di influenzare il corso della storia attraverso scelte fatte in tempo reale. Questo può essere realizzato attraverso tecnologie come la realtà virtuale (VR) e aumentata (AR), dove gli spettatori diventano parte integrante della narrazione. “The Narrator” di Mariano Equizzi è un esempio eccellente di come la realtà aumentata e la gamification possano essere integrate per creare nuove forme di storytelling. Questo progetto non solo offre una narrazione coinvolgente e interattiva, ma dimostra anche come la tecnologia possa trasformare il modo in cui le storie vengono raccontate e vissute. Con “The Narrator”, Equizzi ha dimostrato che il futuro dello storytelling potrebbe risiedere nella fusione di realtà e finzione, dove il pubblico diventa protagonista delle storie che ama.

L’interattività e la gamification hanno il potenziale di trasformare l’esperienza cinematografica, coinvolgendo il pubblico in modi nuovi e dinamici e ampliando l’accesso alla creazione e alla distribuzione dei film. Tuttavia, questi sviluppi potrebbero anche introdurre nuove sfide, come il rischio di sacrificare la qualità narrativa per favorire un’esperienza più superficiale. Pertanto, è essenziale considerare sia le opportunità che i possibili effetti negativi di queste innovazioni. Ma il ruolo dell’AI nel cinema non si esaurisce qui.

Nel remake de “The Jungle Book” (2016), la produzione ha utilizzato l’IA per creare animazioni realistiche degli animali. La tecnologia di deep learning ha perfezionato i movimenti e le espressioni facciali, ottenendo effetti speciali di altissima qualità. Inoltre, il cortometraggio “Sunspring” (2016), scritto interamente da un’IA chiamata Benjamin, ha dimostrato come l’IA possa essere utilizzata per creare sceneggiature dinamiche e innovative. 

Gli effetti speciali avanzati di ‘The Jungle Book’ (2016) e la sceneggiatura di ‘Sunspring’ (2016) mostrano come, nelle parole di John Lasseter “L’arte sfida la tecnologia, e la tecnologia ispira l’arte”. La tecnologia di deep learning e l’IA per la scrittura di sceneggiature dimostrano come l’innovazione creativa sia alimentata da nuove possibilità tecnologiche.

Nell’ambito della post-produzione, l’IA sta rivoluzionando il montaggio video, riducendo significativamente i tempi necessari e migliorando l’efficienza del processo. Strumenti come Adobe Sensei, utilizzato da Adobe Premiere Pro, e DaVinci Resolve Neural Engine stanno rivoluzionando il montaggio video, riducendo significativamente i tempi necessari e migliorando l’efficienza del processo. Questi strumenti automatizzano compiti come la correzione del colore, la sincronizzazione dell’audio e il tagging delle clip, permettendo agli editor di concentrarsi sugli aspetti creativi del loro lavoro.

Adobe Premiere Pro è stato utilizzato per il montaggio di Terminator: Dark Fate” (2019), dove le funzionalità AI hanno aiutato a snellire il processo di editing, migliorando l’efficienza e la precisione nel mantenere l’azione al centro dell’inquadratura. DaVinci Resolve è stato utilizzato per la correzione del colore e per il montaggio di “Bohemian Rhapsody” (2018). Le funzionalità AI hanno contribuito a migliorare la qualità visiva del film, rendendo le transizioni più fluide e precise​​. Magisto è stato utilizzato per creare contenuti video per le campagne pubblicitarie della Coca cola, e l’AI ha permesso di produrre video di alta qualità con tempi di produzione ridotti, migliorando l’efficacia delle campagne di marketing. Lumen5 è stato utilizzato per creare contenuti video per le piattaforme social di HubSpot, dove l’AI ha reso il processo di creazione video rapido e intuitivo, aumentando l’engagement del pubblico. E ancora numerosi creatori di contenuti su YouTube utilizzano Filmora per montare i loro video. Le funzionalità AI aiutano a semplificare il processo di editing, permettendo loro di concentrarsi sulla creatività. Avid Media Composer è stato utilizzato per il montaggio di “Avengers: Endgame” (2019), dove le funzionalità AI hanno semplificato la gestione dei dialoghi e la sincronizzazione con la sceneggiatura, migliorando l’efficienza del processo di editing. Con l’evoluzione continua della tecnologia AI, possiamo aspettarci innovazioni che trasformeranno ulteriormente il modo in cui vengono creati i film e i contenuti video, rendendo possibile la creazione di contenuti di alta qualità con budget ridotti e tempi di produzione accelerati. Mentre l’industria tradizionale si adatta a queste nuove tecnologie, i creatori indipendenti potrebbero trovare nuove opportunità per esprimere la loro creatività e raggiungere un pubblico globale. Il futuro del cinema potrebbe vivere una maggiore accessibilità, innovazione e interattività.

Gli autori di fantascienza hanno spesso immaginato un futuro in cui le storie non sono semplicemente raccontate, ma vissute. La convergenza tra cinema e tecnologie emergenti come l’IA e la VR potrebbe trasformare questa visione in realtà, creando un medium in cui la creatività umana e l’ingegneria tecnologica collaborano per offrire esperienze artistiche profondamente immersive e personalizzate. La realtà aumentata, in particolare, offrirà nuove opportunità per l’immersività e l’interattività. Durante le riprese, i registi potranno utilizzare visori AR per vedere come le scene appariranno con gli effetti speciali e le ambientazioni finali, permettendo di fare aggiustamenti in tempo reale. Inoltre, la AR potrà essere utilizzata per creare esperienze cinematografiche interattive, dove il pubblico può esplorare mondi virtuali e influenzare la narrazione.

E, in un futuro ancora più avanzato, il confine tra cinema e realtà potrebbe diventare sempre più sfumato. Grazie alla tecnologia wearable e agli assistenti IA personali, le esperienze cinematografiche potrebbero essere integrate nella vita quotidiana, offrendo narrazioni che si svolgono nel corso della giornata. Gli spettatori potrebbero ricevere notifiche e interagire con i personaggi del film attraverso dispositivi AR, vivendo una storia continua che si intreccia con la loro routine. 

Le possibilità sono molte, così come i rischi, ma se questi strumenti saranno accessibili a quanti più creativi possibili e non solo ai grandi studi cinematografici, in futuro potremmo vedere delle opere cinematografiche decisamente innovative e interessanti.


Marco Milone è un produttore cinematografico (Revengeance, La mafia non è più quella di una volta, Italica Noir) ed imprenditore culturale, la cui passione per l’innovazione si incontra con la dedizione all’arricchimento culturale. La sua carriera, che spazia da ruoli di consulenza strategica a partecipazioni in consigli di amministrazione e iniziative imprenditoriali, è stata caratterizzata da una ricerca incessante di progressi tecnologici e culturali. In particolare, i suoi contributi sono stati riconosciuti in prestigiosi festival cinematografici e nell’ambito della cultura giapponese classica, dove è stato premiato per la sua ricerca.
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