di Mattia Migliarino
Dal 24 marzo 2024 I Wonder Pictures riporta in sala in versione restaurata Quarto Potere (1941) il capolavoro di Orson Welles, che introduce delle novità assolute nel linguaggio del cinema stravolgendo le regole del cinema classico.
Se c’è un film che continua a scuotere gli animi e a far riflettere anche dopo decenni dalla sua uscita, è Quarto Potere di Orson Welles del 1941. Con maestria cinematografica, Welles ci
conduce attraverso un labirinto di verità e menzogne, immergendoci nel profondo sottobosco dei
media, dove ogni parola e ogni immagine sono armi potentissime. In un mondo in cui il potere dei
media regna sovrano, Quarto Potere si erge come un faro di riflessione e critica, scuotendo le
coscienze e lasciando un’impronta indelebile nella storia del cinema. Ma perché tornare a vederlo al
cinema?
Al centro della storia c’è Charles Foster Kane, un magnate dei media dal carisma strabiliante e
dall’ego smisurato, interpretato magistralmente dallo stesso Welles. La trama si snoda attraverso la
sua vita turbolenta, dalla sua infanzia a tratti dolorosa fino alla sua ascesa al culmine del potere
mediatico. Ma non aspettarti una storia lineare e scontata; Welles ha scelto un approccio narrativo
che tiene lo spettatore con il fiato sospeso, saltando avanti e indietro nel tempo per svelare
gradualmente i segreti più oscuri di Kane. Ciò che rende il film di Welles così travolgente è la sua
capacità di scuotere le fondamenta del nostro modo di percepire la realtà. Welles ci mostra senza
mezzi termini come la verità possa essere distorta e manipolata a piacimento, come le persone
possano essere plasmate dall’informazione che ricevono. La sua abilità nel dipingere questo quadro
va oltre la semplice rappresentazione dei media come strumento di informazione. Egli mette in luce
il potere soverchiante dei media nel plasmare le percezioni pubbliche, nel modellare le opinioni e
persino nel manipolare le stesse realtà. Attraverso il personaggio di Charles Foster Kane e le sue
operazioni mediatiche, Welles sottolinea il pericolo insito nel consentire ai media di diventare
arbitri della verità e della realtà stessa. E sì, anche nel 1941, Welles aveva già intuito cosa sarebbe
diventato il mondo moderno dei media: un luogo dove la linea tra realtà e finzione è sottile come
una tela d’aragna. La sua visione profetica si dimostra ancora più impressionante alla luce delle
evoluzioni dei media nel corso dei decenni successivi. Con l’avvento di Internet e dei social media,
la distinzione tra ciò che è vero e ciò che è falso è diventata sempre più sfumata, con le
informazioni che vengono distorte e manipolate a una velocità mai vista prima. Welles, con la sua
opera pionieristica, ci invita a riflettere sulle implicazioni di questo scenario e sulla responsabilità
che incombe sui media nel plasmare il nostro mondo e la nostra percezione di esso.
Ma non pensate che Quarto Potere sia solo un trattato filosofico sui media. È un’esperienza
viscerale, un viaggio emozionale che travolge lo spettatore con la sua intensità e la sua
drammaticità. Attraverso l’uso di immagini spettacolari, interpretazioni eccezionali e una regia
virtuosa, Welles conduce lo spettatore in un viaggio emotivo di straordinaria profondità e intensità.
Ogni sequenza è impregnata di una poesia visiva unica, ogni dialogo si rivela un’analisi acuta della
condizione umana. Quarto Potere non solo interpella l’intelletto, ma rapisce l’anima, lasciando lo
spettatore in un vortice di anticipazione, desideroso di svelare i segreti nascosti dietro il sipario.
Dal punto di vista tecnico e linguistico, è impossibile non menzionare l’ingegnosità di Welles. La
sua abilità nel comporre inquadrature deformanti e nell’utilizzare luci e ombre per creare atmosfere suggestive è evidente in ogni singola inquadratura. L’iconica sequenza di apertura, con la cinepresa che si muove attraverso il soffitto di vetro di Xanadu, dimostra la sua genialità nel creare immagini che restano impresse nella mente di chi guarda. E cosa dire della struttura narrativa non lineare?
Welles sfida le convenzioni tradizionali del linguaggio cinematografico, mescolando flashback e
prospettive multiple per offrire uno sguardo completo sulla vita di Kane. Questo approccio
innovativo aggiunge profondità e complessità alla storia, costringendo lo spettatore a interrogarsi
continuamente sui motivi e sulle azioni dei personaggi.
Una tipologia di linguaggio che rivoluzionerà di netto la storia della settima arte, cambiando radicalmente il modo di fare e intendere cinema per le generazioni future. In questo senso, il famoso regista e critico François Truffaut non mancherà di sottolineare che: «Appartengo a una generazione di cineasti che hanno
deciso di fare film avendo visto Quarto potere». Insomma, Orson Welles ha ispirato un’intera
generazione di registi, influenzando profondamente il modo in cui le storie vengono raccontate sul
grande schermo.
In definitiva, Quarto Potere non è solo un film ma un’esperienza che cambia lo spettatore, che lo
spinge ancora oggi a guardare il mondo contemporaneo con occhi diversi. Un’ opera, quindi, senza
tempo, un viaggio nel cuore oscuro del potere e della vanità umana, un percorso che non
dimenticherai facilmente. Se non l’hai ancora visto, preparati a essere travolto dalla sua potenza. E
se l’hai già visto, perché non concederti un’altra visione? Potresti scoprire nuovi dettagli che ti sono
sfuggiti, o forse, semplicemente, potresti essere di nuovo rapito dalla sua magia senza tempo di uno
dei film più importanti della storia del cinema.
Vedi anche:
Quarto Potere di Orson Wells, 1940
Wells, Fincher e l’infernale Hollywood
Mank, genesi di una sceneggiatura scritta prima della rivoluzione.