Una riflessione (tardiva) sui premi Oscar 2024

di Tano Pirrone e Letizia Piredda

A dieci giorni e più di distanza dalla premiazione degli Oscar 2024, dopo aver fatto decantare i giudizi a caldo, le polemiche, inevitabili per altro, è possibile ragionare con calma.
Eccoci qua dunque con Tano a fare il punto: direi di partire da alcune considerazioni a largo raggio per poi scendere più nei dettagli.
Letizia: Sei soddisfatto di questa premiazione Oscar 2024?

Tano: si sono rimasto soddisfatto dell’equilibrio con cui sono stati dati i premi e il valore che è stato attribuito ad ogni film senza ricorrere ad artifici, senza premiare in maniera precipua fattori che non fossero cinematografici: qualità, corrispondenza con la qualità storica del momento, la qualità della recitazione e il funzionamento di tutta la grandiosa macchina del cinema, in particolare il cinema americano, senza dimenticare i mercati regionali del cinema compreso quello orientale, quello europeo etc.
Letizia: quindi possiamo dire che finalmentel’Oscar si è spostato dal “politicamente corretto” al grande cinema. Se solo facciamo mente locale ai vincitori delle precedenti edizioni, è stato fatto un salto di qualità enorme: nel 2023 ha vinto Everything Everywhere All at once diDaniel Kwan e Daniel Scheinert, assolutamente gonfiato e sopravvalutato, battendo un film memorabile come The Fabelmans di Steven Spielberg. Nel 2022 il premio è stato dato a I segni del cuore-CODA di Sian Heder, un adattamento del film francese La famiglia Beliér di Heric Lartigauche ha superato film come Licorice pizza di Paul Thomas Anderson o Drive my car di Ryusuke Hamaguchi, sicuramente più meritevoli.
Ma veniamo al film vincitore di quest’ultima edizione. Sei d’accordo con la vittoria di Oppenheimer?

Christopher Nolan, regista di Oppenheimer

Tano: Oppenheimer è un film costruito per prendere l’Oscar perché tutti i vari aspetti tecnici, la messa in scena, la fotografia etc sono perfettamente equilibrate e fatte per piacere ad un largo strato di spettatori senza per questo vendere l’anima al diavolo o svenderla con un prodotto di basso lignaggio. Opera ottima di un Nolan diverso da quello che conosciamo e amiamo. Nolan è un venditore di sogni ad alta tensione; ci ha dato film in cui nulla apparentemente ci lega alla realtà: tutto è invenzione, tutto è fantasia, tutto è perturbazione della realtà. La fuga nel tempo e il ritrovarsi, nonostante la fuga, è un’opera di grandissima letteratura cinematografica. Oppenheimer è un viaggio nella nostra storia anche recente sulle grandi responsabilità che si sono assunte le Nazioni nella seconda guerra mondiale e la scelta di chiuderlo con un evento spaventoso che ha creato una cesura tra la storia precedente e la storia attuale. E’ un’indagine accuratissima di quel periodo, dell’emozione, dei tentativi, della ricerca fatta che i protagonisti fecero allora con una trasposizione fedelissima. Tutti gli attori hanno risposto magnificamente: ognuno ha giocato perfettamente il proprio ruolo.

Letizia: tra l’altroChristopher Nolan aveva già avuto due nomination all’Oscar: una con Inception, l’altra con Dunkirk oltre che autore di pellicole di grande spessore come Memento, The Prestige, Il cavaliere oscuro. Questo su Oppenheimer è il suo primo lungometraggio biografico.
Procediamo con gli altri premi: La zona d’interesse ha lasciato indietro il nostro Io capitano. Condividi questa scelta?

La zona d’interesse

Tano: La zona d’interesse avrebbe potuto competere alla pari con l’Oscar al miglior film, perché tratta di un argomento che ha prodotto centinaia di film ed era difficile dire qualche cosa di nuovo. Ma abbiamo visto che quando ci sono dei registi di talento che dispongono di mezzi tecnici particolari, è possibile produrre dei veri capolavori.

Letizia: Anatomia di una caduta ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura originale, direi che sia stata una scelta ottima, che ne pensi?

Anatomia di una caduta

Tano: film molto ben fatto, gestito in maniera inappuntabile nei rapporti che ha il regista nei confronti del bambino, che hanno tutti gli adulti tra di loro e nei confronti del bambino stesso, cominciando anche dalle scene del tribunale…E’un film dove il politicamente corretto viene reintrodotto in una maniera degnissima, tollerabilissima, accettabilissima. Molto bella la figura dell’assistente sociale, molto competente nell’interazione con il bambino, che gli fa capire le scelte che deve fare.

Letizia: non abbiamo ancora parlato di Povere creature di Yorgos Lanthimos che ha preso quattro Oscar: alla regia, Emma Stone come miglior attrice protagonista, per la scenografia e i costumi. Meritati?

Emma Stone, Povere creature

Tano: di Povere Creature mi sono innamorato; l’invenzione di lei adulta con il cervello da bambina crea la base di un percorso assolutamente anomalo, con una curiosità che la spinge a conoscere e a crescere a tutti i livelli sessuale, intellettivo etc.  Emma Stone è l’interprete assoluta, vera: è la Mastroianni inglese! Lanthimos e Nolan, meglio di tutti inanellano la realtà così com’è con la realtà così come potrebbe essere, senza lasciarci comprendere se la realtà è quella che noi crediamo che sia la realtà o quella che crediamo essere un sogno, la fantasia. Noi siamo dei personaggi o siamo veri? Meritatissimi gli Oscar per la Scenografia  e per i Costumi.

Letizia: ma torniamo a Oppenheimer che, tra gli altri, ha preso l’Oscar per il montaggio. Come lo spieghi?

Tano: Oppenheimer gioca continuamente tra film e documentario e riesce ad essere credibile come documentario ed essere piacevole come film, tutto questo è già scritto nella sceneggiatura, sta già nella testa del regista, ma il montaggio è decisivo, e noi sappiamo che i grandi geni del cinema sono tutti passati dal montaggio.

Una scena di Oppenheimer

Letizia: Bene! Possiamo concludere dicendo che questa edizione degli Oscar 2024 è stata un’edizione davvero speciale per la presenza di molti film di alto livello, e per l’equilibrio con cui sono stati conferiti i premi. Finalmente ha vinto il grande cinema e finalmente almeno per una volta possiamo dire di essere soddisfatti!

Informazioni su Tano Pirrone 89 Articoli
Sono nato in provincia di Siracusa, a Francofonte, l’antichissima Hydria dei coloni greci, quaranta giorni prima che le forze alleate sbarcassero a Licata. Era il 14 maggio 1943. Ho frequentato il liceo classico, ma non gli studi per giornalista, cui ambivo. Negli anni ’70 ho vissuto due lustri a Palermo, dove ho lavorato in fabbrica, come impiegato amministrativo- commerciale. Nel 1981 mi sono trasferito a Roma per amore di Paola, oggi mia moglie. Sono stato funzionario commerciale e Project Manager nel Gruppo Marazzi. Infine consulente d’azienda per Organizzazione Aziendale e Sistemi Qualità. Curo le piante della mia terrazza, vedo gente, guardo film e serie tv, vado a cinema e a teatro, seguo qualche mostra; leggo, divagando e raccogliendo fior da fiore, e scrivo di cinema, libri e teatro per Odeonblog; di altre cose per me stesso. Ho pubblicato anche su Ponza Racconta, Lo Strillo, RedazioneCulturaNews ed altri siti di cinema e teatro. Ho due figli, Francesco e Andrea, ed avevo un cane, Bam, che sta sempre con me dovunque io vada. Sono faticosamente di sinistra; sono stato incendiario ed ora dovrei essere ragionevolmente pompiere.
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Tano Pirrone

Avremmo potuto dilungarci; mi ha interessato la forma della chiacchierata. E sono disponibile di tanto in tanto a farne altre. Intanto, colgo l’occasione per ringraziare quanti hanno manifestato gioia per un mio rientro nei ranghi. Voglio precisare che scrivo poco non per disinteresse o perché non mi trovo bene su questa ottima rubrica, ma perché dedico molto tempo a leggere, soprattutto saggi storici. E forse pubblicherò un altro libro di poesie… forse! Un abbraccio a tutte e tutti (non aspettatevi l’asterisco!).

Lorenza

Grazie cari di questa bella intervista. Assai interessante la formula da voi scelta. In futuro si potrebbe sperimentare anche un contradditorio: chi a sostenere una scelta e chi un’altra.
Ultimamente vedo che ci sono film che suscitano reazioni contrapposte. La zona d’interesse, Anatomia di una caduta. E da ultimo anche Another End. O li odi o li ami. Già questa contrapposizione è di per se interessante. Ad esempio per me, e per uno sparuto drappello, La zona d’interesse è un film che non aggiunge nulla. Vi sono sul tema film molto più pregnanti. Premiare questo film mi è parsa una scelta politica. Dico ciò solo per ricordarmi quanto ogni film possa toccare corde assolutamente personali.

Letizia Piredda

Grazie Lorenza, si in effetti è una formula da usare più spesso e, come dici tu, anche con un contraddittorio.
Riuscire a esprimere cosa ci ha colpito di un film e perchè, con qualcuno che ha avuto una reazione opposta, credo
sia un ottimo esercizio e una possibilità di comprendere uno sguardo altro dal nostro.