di Letizia Piredda
La delicatezza di una storia d’amore tra due uomini. E la lotta disperata contro i fantasmi del passato che vi si frappongono.
Adam è uno sceneggiatore solitario, vive a Londra in un enorme caseggiato quasi deserto. Una sera incontra Harry un vicino che vorrebbe passare la serata con lui. Adam rifiuta, ha paura del coinvolgimento affettivo, è ancora preda dei traumi del passato, segnato dalla perdita, in adolescenza, di entrambi i genitori per un incidente automobilistico.
Poi comincia ad accettare la relazione con Harry e decide di tornare nella casa dei suoi genitori. E’ qui che vita reale e vita fantasmatica si sovrappongono, si intersecano, si fondono e si confondono:
Alcune scene del film
Adam instaura dei dialoghi virtuali con i genitori, che riattualizzano i problemi su cui non si è sentito abbastanza difeso dal padre, come il bullismo di cui era oggetto a scuola, o quello legato alla sua omosessualità, che lo espone al giudizio di tutti e due. In questo spazio virtuale, di azioni in prova, attraverso la ripetizione e la regressione[1], tra sogni, fantasie, incubi, Adam inizia un lungo processo di rielaborazione in cui può riconciliarsi con le figure genitoriali e introiettarle, un processo di crescita molto doloroso che però sbarra la strada ai fantasmi che lo ossessionavano.
Il film basato sul romanzo omonimo del giapponese Taichi Yamada del 1987, si muove in una atmosfera rarefatta, onirica ma con punte tumultuose e travolgenti sul piano emotivo.
Gli attori, Andrew Scott e Paul Mescal gareggiano in bravura e riescono a rendere tutta la problematicità della loro relazione e le mille sfumature dei loro caratteri.
Il regista, Andrew Haigh, come già nei precedenti film Get some rest, Weekend, 45 anni, batte una pista totalmente estranea agli stereotipi e riesce a trasmetterci la tenerezza, il candore e il pudore dell’amore tra Adam e Harry. E ci ricorda inesorabilmente che ogni amore autentico non è mai gratuito ma è sempre il frutto di una conquista ardua e dolorosa. Ed è questo forse l’aspetto che gli sta particolarmente a cuore: far uscire i suoi personaggi dalla sicurezza delle loro piccole vite e farli osare con disperazione e tenacia verso qualcosa che desiderano e temono a un tempo.
E finalmente anche per Adam arriva il momento di poter riposare accanto al suo amore, di non sentirsi più estraneo a se stesso e agli altri e di essere guardato, un ultima volta, nel modo giusto, sulle note di The Power of love.
Note
[1] Freud diceva: “ricordare, rielaborare, ripetere”