di Pino Moroni
La nuova idea di convivenza civile si può definire come laicismo solidale, rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani e dell’ambiente, attraverso gli ideali di emancipazione e riscatto personale, favorevole verso ogni forma di diversità (anche il giovane scapestrato ed il vecchio smemorato sono diversi) e contro l’indifferenza ed i pregiudizi attuali. Fin qui, sono definizioni applicabili a tutto, ma oggi che si è ormai perduto (perché non più di moda) “il cinema socio-politico” impegnato e combattivo, si può dire che il film Il punto di rugiada di Marco Risi (con precedenti illustri come 365 giorni all’alba e Mery per sempre), anche se limitato ad un ambiente come una casa di riposo, appartenente più ad un mondo privato, sia un esempio perfetto di cinema civile socialmente rilevante.
Con una notazione illuminante, lo stesso regista, non più giovane ma nemmeno vecchio, ha collocato il suo film in questa categoria:
“Sì, ho nostalgia di quei sentimenti di una volta, il mio è un film di nostalgia di quei vecchi che ho conosciuto come mio padre Dino Risi, Mario Monicelli, Pietro Germi, Federico Fellini, di cui ho messo il nome ai miei interpreti”.
Volendo continuare, con rispetto per il suo pensiero, questi registi avevano sempre presente, anche ironizzando e facendo ridere, un Cinema che doveva essere testimonianza ed esempio civile.
Il titolo stesso, Il punto di rugiada – che è il momento in cui incontrandosi il caldo ed il freddo, della terra e dell’aria, del dentro e del fuori di una qualsiasi struttura, creandosi un nuovo elemento, sia vapore, ghiaccio, acqua, neve – rientra nella definizione di incontro, di fusione e di compenetrazione. E questo può avvenire anche tra uomini differenti (anche contrapposti), tra generi diversi, età diverse, strati sociali differenti, od ancora tra residenti e stranieri, che riescono ad incontrarsi.
Ma c’è sempre un faticoso percorso da fare per giungere a comprendersi meglio, per capire le diverse modalità di vita e di pensiero che ci contraddistinguono, gli uni dagli altri.
Gli spostamenti progressivi di una qualsiasi impostazione mentale ad un’altra hanno bisogno di tempo e di presenza continua per arrivare ad una comprensione recirpoca.