Conclusioni
la Redazione
In questo percorso che inizia dalla fine (Il sol dell’avvenire, 2023) abbiamo cercato di evidenziare l’estrema originalità e innovazione che il cinema di Nanni Moretti ha introdotto a partire dalla metà degli anni ‘70, ponendosi in contropiede con il cinema italiano di allora, Commedia all’italiana in primis. Il cinema di Moretti ha attraversato diverse fasi, ognuna caratterizzata da cambiamenti importanti. Per ogni fase abbiamo analizzato il o i film più significativi. La prima fase è quella dove utilizza l’alter ego (Michele Apicella) o il suo personaggio, attraverso un narcisismo che non è mai fine a se stesso ma che diventa la chiave interpretativa di un disagio generazionale, e dove inventa un tipo di narrazione a sketch, a brevi scene, le tragicomic strips, come le aveva definite Tullio Kezitch, segmenti che uniti creavano il film ( Bianca,1984; Palombella Rossa,1989). Segue poi la fase diaristica (Caro Diario,1993 e Aprile,1998) in cui sfrutta la formula di Abbas Kiarostami che mescola finzione e documentario, per poi approdare dalla Stanza del figlio in poi a una fase di “normalizzazione”, come l’ha definita Roy Menarini, dove Moretti inserisce nei suoi film diversi schemi del cinema italiano autoriale, mantenendo però sempre in parallelo un cinema anarchico, di rottura ( Habemus papam,2011)
Abbiamo dato poi un’attenzione particolare al Moretti attore (Caos calmo, 2007) dove ha giocato silenziosamente il ruolo di “secondo”regista. Come ricordava Alberto Crespi, Nanni Moretti è stato inizialmente inserito nel gruppo dei Nuovi Comici, insieme a Benigni, Verdone, Troisi e Nuti, ma seguendolo nei personaggi che ha interpretato, risulta a tutti gli effetti un attore drammatico.
Infine abbiamo cercato di capire il ruolo della musica, in particolare delle canzoni che compaiono numerose nei suoi film. Un ruolo articolato, che non è mai un commento subalterno all’immagine, ma diventa a tutti gli effetti personaggio.
Sappiamo che Nanni Moretti si dedicherà al Teatro mettendo in scena due commedie di Natalia Ginzburg, Dialogo e Fragole e panna e sicuramente lo seguiremo anche in questo nuovo percorso, ma non sarà la stessa cosa: ci mancherà terribilmente il Nanni Moretti che abbiamo imparato a conoscere al cinema e con il quale abbiamo convissuto per quasi cinquant’anni, ci mancherà il suo narcisismo, la sua autoreferenzialità, la sua satira corrosiva, i suoi acting out, e le sue frasi che nel corso del tempo sono entrate a far parte del linguaggio comune.
Ma vogliamo chiudere con un grande G R A Z I E a Nanni Moretti per averci regalato con i suoi film tanti momenti significativi della nostra vita, identificandoci nel suo personaggio, con tutte le sue manie, le sue idosincrasie, le sue nevrosi, le sue sperimentazioni continue, le sue contraddizioni, ma sempre all’interno di un quadro di autenticità e di rigorosa coerenza artistica.