Sala Troisi con Sorogoyen e i fratelli D’Innocenzo: As Bestas

di Lorenza Del Tosto

L’indomani Il caldo divora le ore e non permette di andarsene in giro tra turisti arroventati e stravolti, “I suoi personaggi sono tutti ossessionati da qualcosa. L’ossessione è sempre un grande motore nella vita. Qual è la sua ossessione? Il cinema la ossessiona?” Gli chiedono.
Chi gli è vicino e lo conosce risponde energicamente di sì.
Rodrigo ride con i suoi occhi che si accendono di luce.
“Ossessionato?  Beh …penso sempre che non vedo abbastanza film.
Anche adesso potremmo usare il tempo per vederci un film insieme, non le pare?”
Così quando nella hall del cinema Troisi arrivano i fratelli D’Innocenzo , ossessionati quanto lui e felici di presentare As bestas al pubblico “bello davvero“ esclamano con i loro occhi che indugiano gentili negli occhi degli altri, come volessero ritrovarci qualcosa che hanno perso, con loro Sorogoyen può abbandonarsi alla sua ossessione.  

Sorogoyen e i fratelli D’Innocenzo

Chiede di vedere foto o spezzoni di Dostoevskij la serie che i fratelli D’Innocenzo stanno ultimando. Se ne stanno chini sul cellulare a vedere le immagini, gli storyboard.
Si scambiano commenti. Ridono e scherzano con una complicità tra colleghi.
Sono stati i fratelli D’Innocenzo a mettere i ragazzi in contatto con lui, ma in realtà si conoscono appena.
È una specialità dei due gemelli mettere in contatto le persone che non si conoscono.
Da ragazzi avevano una mania: si facevano in quattro per trovare i contatti di gente importante del cinema, e poi facevano lunghe interviste per mail che non pubblicavano ma si tenevano per loro per capire i grandi come fanno le cose.
Rodrigo li ascolta  divertito.
“L’intervista più bella è stata a Kim Ki Duk anche se non è mai stato chiaro che lui capisse le mie domande e io le sue risposte, però quando Kim Ki Duk è morto, l’intervista l’ho pubblicata.”
Rodrigo racconta del suo nuovo progetto, la storia di un rapporto tra un padre famoso e una figlia mediocre, è tutto ben pianificato, nessun timore scaramantico di rivelare i dettagli, adesso partirà per fare i sopralluoghi. Ma lo hanno avvisato che gli italiani non amano parlare dei loro progetti futuri.
“Il nostro prossimo film parla di un cane.” Dicono i Fratelli
“Ma avrà qualcosa di speciale questo cane per essere il protagonista di un film…”
“È un cane.” Ridono evasivi.

In alto: Rodrigo Sorogoyen e i fratelli D’Innocenzo alla Sala Troisi presentano As Bestas, con l’interprete Lorenza Del Tosto. In basso: un’immagine del film As Bestas

Ma quando, a fine proiezione, si accende la luce in sala e tocca a loro parlare, diventano serissimi.
Si impegnano per convertire in termini comprensibili per il pubblico cosa è l’ossessione del cinema. Lasciano che Rodrigo racconti della scintilla iniziale di questo film la cui scrittura ha richiesto otto anni. In attesa di creare la sua casa di produzione che gli permettesse di fare di As Bestas  un film davvero suo.
Tutto è nato da una notizia letta sul giornale: una donna che resta a vivere nel luogo in cui, per cacciarla, hanno usato contro di lei un’ enorme violenza.
Perché lo fa? Perché resta? E da dove nasce la violenza degli altri che vogliono cacciarla?
Sono le domande alla base del film.
“Raccontaci come è il tuo primo giorno di riprese? Arrivi sul set e che succede? Qual è il colore che cerchi?”
“Il primo giorno di riprese il 97 per cento delle decisioni sono già prese.  La coreografia dei movimenti di macchina, il lavoro con gli attori.” Risponde con la fermezza della sponda solare della vita.

“Tutto è stato provato scrupolosamente. Quello che mi interessa il primo giorno è che ci sia una buona energia. Poi speri sempre che arrivi anche la magia, lo stato di grazia,  ma quello si può solo sperare.”

“Senti, abbiamo visto il film con i nostri genitori e loro non lo hanno apprezzato.” Ridono “Dicono che  non c’è lavoro sulla luce, sulla fotografia. Ma loro si intendono poco, non hanno capito che la cosa più straordinaria, più difficile è fotografare l’invisibile. Una scena che mi ha colpito è brevissima non dura neanche 30 secondi: riprendi moglie e marito di spalle mentre cenano e parlano, la luce è naturale. Quella scena da sola racconta una vita.”
“Il lavoro sulla luce è diverso in ogni film. Ne Il Regno, in Madre, in Polizia antisommossa la luce è una presenza forte, in linea con il cinema con cui mi sono educato e formato, la luce e i movimenti di macchina di Scorsese. Li vedevo e dicevo li voglio. (NdR Ne Il regno il piano sequenza iniziale è tutto un omaggio al piano sequenza del CopaCabana di Good fellas )
Ma qui no in As bestas è tutto il contrario, volevo che lo spettatore si dimenticasse della macchina da presa e delle luci .”
“Parliamo del piano sequenza. Cosa è per te? Nel film ci sono due piani sequenza incredibili. Gli uomini al bar e la madre e la figlia in cucina. Come li giri? Interrompi mai gli attori?”

“Non li interrompo a meno che non succeda qualcosa. È importante che gli attori smettano di essere attori e diventino i loro personaggi. Dalla mia esperienza più è lungo il piano sequenza più gli attori finiscono per essere ciò che interpretano. Il piano sequenza mi permette di avvicinarmi alla realtà, di starle addosso. Perché ciò avvenga però, prima, è necessario provare molto: la coreografia dei movimenti di macchina, le battute. Solo così, alla fine, gli attori potranno sentirsi liberi di aggiungere del loro. Mettere la sincerità, la spontaneità che crea la vera magia.”

“Anche il lavoro sulla musica è magistrale. Solo quella musica poteva raccontare quella storia. Come è nata l’intuizione?”
“Olivier, il compositore, è un amico. Con lui parlo sempre dei miei progetti e questo aiuta a capirci. Ha creato la musica elettronica de Il Regno che è diventata parte del protagonista. Per As Bestas all’inizio pensava ad una musica celestiale, adatta ad una grande storia d’amore, mi ha mandato qualcosa mentre ero alla prima settimana di riprese, immerso nel fango, nella pioggia della Galizia e attorno non vedevo nulla di celestiale. Non so come ho avuto un’intuizione. Ho sentito che ci volevano le percussioni. Ne abbiamo discusso. E poi è stato lui a trovarle. “
Anche con il compositore e con il montatore ognuno porta le proprie ragioni. L’intuizione giusta è frutto dello scambio. “Una volta che ti conosci, ti rispetti e sai che l’altro dirà sempre ciò in cui veramente crede, parlare è importante. Parliamo finché non si arriva ad un accordo.”
Si parla, si parla e così Sorogoyen, finita la presentazione, parla con chiunque gli si avvicini. Parlare è l’unico modo per debellare la minaccia dell’altro. O almeno perché non ti colga troppo alla sprovvista.
Poi Sorogoyen scompare.
La macchina lo riporta nell’albergo di Trastevere. È notta fonda ma non è ancora il momento di rientrare. Con chi lo accompagna imbocca deciso un vicolo immerso nel silenzio fresco della notte.  I suoi passi si allontanano nel buio verso la notte. Verso un’oscurità ancora da indagare, le notti future in agguato, o forse il buio di oggi che domani sarà luce. Chissà.

Informazioni su Lorenza Del Tosto 29 Articoli
Lorenza Del Tosto Vive a Roma con le sue figlie e il gatto Leo. Interprete di Conferenza free lance. Tra le sue passioni: le serate di chiacchiere con gli amici, il cinema, la letteratura e l’Aikido. Ha una rubrica Lost in Translation con ritratti di attori e registi per cui lavora. Ha vinto un’edizione del Premio Loria per racconti inediti ed è arrivata finalista in altri concorsi letterari.
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