di Pino Moroni
Il film Rapito di Marco Bellocchio porta subito a pensare ad un discorso articolato sul potere e i suoi infiniti meccanismi di conservazione. Perché da sempre, ed a tutt’oggi attuale, ogni sovrastruttura ideologica, religiosa o laica, con i suoi mezzi di persuasione e manipolazione, data per scontata la natura delle debolezze umane, si rende (con tradizioni, mode, tendenze, leggi, riforme, informazioni, bugie e quanto altro) rapitrice delle coscienze, anche le più libere.
Questo potere, che come tutti gli assoluti, si basa sui suoi meccanismi evidenti o nascosti di condizionamento psicologico, è tanto più attuale – a parere del veterano Marco Bellocchio – anche se per la sua esemplificazione il regista ha preso un passato storico emblematico importantissimo: la decadenza e la fine del potere temporale della Chiesa, uno dei poteri più longevi dell’uomo ‘moderno’.