a cura di Letizia Piredda
Alberto Crespi non è solo un critico cinematografico di grande bravura dalle mille attività, radiofoniche, vedi Hollywood Party, editoriali ha scritto diversi libri, il più recente Short cuts, una storia del cinema quantistica, direttore della rivista Bianco e nero presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, per citarne solo qualcuna, ma è un pozzo senza fondo di storie, aneddoti, curiosità sul cinema, che racconta con grande entusiasmo ed ironia.
Una delle più recenti, pubblicata su Facebook, è così formidabile, che non ho saputo resistere. Ed eccomi qui a pubblicarla nella sua interezza.
Steven Spielberg (1946).
«Non bevo caffè. Non ho mai bevuto una tazza di caffè in vita mia: odio il sapore fin da quando sono bambino. Questa è una cosa di me che probabilmente non sapevate».
Ma pensa te! E come fai a star sveglio e a fare tutti i film che fai, Steven?
Un’altra cosa che non sapevamo di Steven Spielberg, fino a quando l’ha raccontata in occasione di un David di Donatello alla carriera, era il suo incontro con Federico Fellini (del quale abbiamo parlato ieri). Il giovane Spielberg era a Roma perché usciva nei cinema “Duel”: che NON È il suo primo film e tecnicamente non è, non era, nemmeno un film perché negli USA era stato prodotto per la tv, e trasmesso in tv. Ma in Europa capirono che era stupendo, e lo fecero uscire al cinema. Così il 24enne Steven, nel 1971, esce per la prima volta in vita sua dall’America e si ritrova, rimbambito dal fuso orario, in un hotel di lusso di Roma. Lo chiamano dalla concierge e gli dicono che c’è un signore che lo cerca. Scende, e si trova di fronte Fellini. Il resto è storia, e potete ascoltarlo dalla voce di Spielberg in questo video.
Se non ci fosse una foto dei due insieme – quella che vedete – uno potrebbe pensare che è una leggenda (Ford docet). Invece c’è la prova. È da allora che mi chiedo chi ha scattato la foto, e se il tutto fosse stato organizzato da qualche abile ufficio stampa. Ma Spielberg nel ’71 non era veramente nessuno. Qualcuno avrà invitato Fellini a vedere il film, ok, ma poi l’iniziativa di andarlo a trovare dev’essere stata dello stesso Federico, che queste cose le faceva. E tendenzialmente senza dirlo a nessuno.
La foto fa tenerezza. Steven è giovane, magro, già con gli occhiali, un vero nerd; e accanto a Federico sembra piccolo (è di altezza normale, ma Fellini era altissimo). E chiaramente non crede ai suoi occhi. Federico gli tiene una mano sulla spalla. Erano a Trinità dei Monti e avrebbero potuto fare una foto panoramica, un “selfie” di quelli che oggi non si negano a nessuno, invece scelgono un angolo appartato, come se Federico – che nel ’71 era quello famoso dei due – non volesse scocciature. Varrà la pena di ricordare che abitava in via Margutta e quindi si era fatto una passeggiatina, niente di impegnativo.
C’è il cinema del ‘900, in questa foto. Il Grande Artista e The Big Entertainer. Vicini, che si capiscono l’un l’altro. “La dolce vita” e “ET”. “Otto e mezzo” e “The Fabelmans”. “Amarcord” e “Schindler’s List”.