di Pino Moroni
Lectio magistralis a Più libri Più liberi, seguitissima ed applauditissima di Alessandro Barbero su 9 agosto 378. Il giorno dei barbari (Ed. Laterza). Per dire che in quel giorno avvenne una battaglia fondamentale per la sopravvivenza od il tramonto del mondo romano.
Comunque una data che fa da spartiacque per le cosiddette invasioni dei barbari o per le modifiche dei loro insediamenti nei territori romani, concordati e concessi con adeguate integrazioni prima, per passare poi ad occupazioni senza consenso con destabilizzazione delle leggi e degli usi romani. Istituendo nei territori romani invasi ed occupati i regni barbarici tout court, senza integrarsi con le popolazioni locali.
Già nel 376 – ha ricordato Barbero – popoli Goti spinti dagli Unni, guerrieri implacabili, chiedevano alle Legioni romane attestate sull’altra riva del Danubio (Romania) di poter entrare in territorio romano (come era già successo in altri casi) per salvarsi da un genocidio completo. Venivano inviati messaggi all’imperatore d’Oriente, Valente, che stava preparando una guerra sul confine con la Mesopotamia, che concedeva il suo permesso (fatti descritti dallo scrittore Ammiano Marcellino).
Gli affollati campi profughi goti, che dovevano essere nutriti con soldi forniti dal governo, venivano invece rapinati dai generali romani di tutti i beni che avevano con se. Alla fine, prima di essere reinsediati in qualche area dell’impero, i Goti esasperati si ribellarono, uccisero i soldati della guardia, sconfissero le truppe romane inviate a domare la rivolta e cominciarono a saccheggiare le campagne dei possedimenti romani, spingendosi fino a Costantinopoli. L’imperatore in persona sopraggiunto con un esercito fu sbaragliato ed ucciso ad Adrianopoli (attuale Edirne in Turchia) il 9 agosto 378. La data che segna il vero inizio delle invasioni barbariche.
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