Call of God
Si sta per alzare il sipario sulla 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia: il cartellone è ricchissimo e i film attesi sono davvero molti. Diamo un’occhiata a dieci titoli irrinunciabili in arrivo in laguna dal 31 agosto al 10 settembre.
Blonde
Marilyn Monroe raccontata da Andrew Dominik: basterebbe questa frase di lancio per fare di “Blonde” uno dei titoli imperdibili della Mostra di quest’anno. Prendendo spunto dall’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates del 1999, il film sarà un biopic diviso tra le luci e le ombre della vita e della carriera della celebre diva americana che sarà interpretata da Ana de Armas. Dominik torna a firmare un lungometraggio di finzione a dieci anni di distanza da “Cogan”, mentre ne sono passati quindici dal bellissimo “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”.
Quando a un Festival c’è un film di Luca Guadagnino l’attesa è sempre molto alta: promette di non lasciare indifferenti il suo nuovo progetto “Bones and All”, primo film girato negli Stati Uniti per il regista italiano che adatta qui il romanzo omonimo di Camille DeAngelis. Al centro della trama il viaggio on the road di due giovani che tentano di trovare il proprio posto in un mondo pieno di pericoli e che non riesce a tollerare la loro particolare natura. Dopo l’enorme successo di “Chiamami col tuo nome”, torna a lavorare con Guadagnino Timothée Chalamet, qui affiancato da Taylor Russell.
White Noise
Il film d’apertura è anche uno dei titoli più intriganti dell’intera manifestazione: Noah Baumbach è reduce da uno dei suoi film migliori – “Storia di un matrimonio” – e qui alza ancora di più l’asticella con uno dei lungometraggi più ambiziosi dell’anno. Alla base c’è infatti l’omonimo romanzo-capolavoro di Don DeLillo del 1985: un testo fondamentale della letteratura postmoderna e un’opera praticamente impossibile da trasporre sul grande schermo. Curiosità altissima.
Bardo
Uno dei ritorni più attesi è quello di Alejandro González Iñárritu, regista messicano che riprende una cinepresa in mano a sette anni di distanza dal suo precedente lungometraggio: “Revenant”. A Venezia aveva già presentato il bellissimo “Birdman” nel 2014 e quest’anno punta al Leone d’oro con un film, “Bardo”, che segna anche il suo ritorno in Messico a ventidue di distanza dal suo potentissimo esordio, “Amores perros”. Al centro della trama un personaggio che cerca risposte nel suo passato per capire meglio il suo presente: è un ritorno a casa che sembra anche essere profondamente autobiografico per il suo autore.
The Eternal Daughter
Uno dei nomi da segnarsi con grande attenzione all’interno del concorso è quello di Joanna Hogg, regista inglese classe 1960 che, dopo tanta gavetta, si è fatta conoscere con due film sorprendenti come “The Souvenir” e “The Souvenir: Part II”. In “The Eternal Daughter” al centro c’è la storia di una figlia di mezza età e di una madre anziana, che tornano nella loro vecchia casa di famiglia, un’antica tenuta diventata un hotel, ormai quasi del tutto vuoto ma ricco di misteri. Qui le due donne si ritrovano a dover affrontare alcuni segreti, rimasti finora sepolti nel tempo. Si preannuncia di grande fascino questa pellicola che vede protagonista Tilda Swinton.
The Son
Grande drammaturgo francese, Florian Zeller ha esordito al cinema con l’adattamento della sua pièce “The Father” nel 2020, firmando una delle opere prime più potenti di quella stagione. “The Son” è la sua opera seconda per il grande schermo ed è ancora una trasposizione di un suo lavoro teatrale: la sensazione è che si possano ritrovare le emozioni dell’esordio in questo lungometraggio che parla di un padre, la cui vita con la compagna e il loro bambino viene scossa dall’arrivo in scena della sua ex moglie. Grande cast con Hugh Jackman, Vanessa Kirby, Laura Dern e Anthony Hopkins.
Don’t Worry Darling
Sembra una sorta di “Truman Show” al femminile questo film che racconta di una casalinga degli anni Cinquanta che inizia a temere che la sua vita perfetta nasconda diversi terrificanti segreti. L’attrice Olivia Wilde ha diretto questa pellicola che si preannuncia come uno dei casi più curiosi dell’autunno cinematografico. A Venezia è fuori concorso e sarà sicuramente uno dei titoli più chiacchierati della Mostra.
The Whale
Correva l’anno 2008 quando Darren Aronofsky vinse il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia con “The Wrestler”, film in cui il regista americano rilanciò la carriera di Mickey Rourke. Ora potrebbe fare lo stesso con Brendan Fraser, protagonista di “The Whale”, film che racconta di un insegnante di mezz’età, vittima di una grave forma di obesità, che cerca di riconciliarsi con la figlia adolescente. Lacrime in vista per questo lungometraggio molto atteso.
Il signore delle formiche
Tra i numerosi titoli italiani imperdibili della Mostra, una menzione speciale va al nuovo lungometraggio di Gianni Amelio, “Il signore delle formiche”, ispirato alla vera storia di Aldo Braibanti, il drammaturgo e poeta condannato alla fine degli anni Sessanta a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio. Si preannuncia come uno dei film più profondi della manifestazione quest’opera con protagonisti Luigi Lo Cascio e Elio Germano.
Call of God
Tra le vittime artistiche più rilevanti del COVID c’è stato sicuramente, e purtroppo, Kim Ki-duk, straordinario regista sudcoreano che ha firmato capolavori del calibro di “Primavera, estate, autunno, inverno e… ancora primavera” e “Ferro 3”. Scomparso nel dicembre del 2020 a seguito di complicazioni dovute al virus, Kim Ki-duk è in cartellone a Venezia con un attesissimo lungometraggio postumo che rinnoverà ancora di più la nostalgia per la morte premature di questo grande autore.