Riportiamo qui di seguito l’articolo di Stefano Biolchini e Andrea Chimento pubblicato in data odierna su Il Sole 24 ore.
la Redazione
Con lui scompare un pezzo di storia del grande cinema francese ma anche nostrano. Jean-Louis Trintignant è morto all’età di 91 anni. L’indimenticato protagonista de “Il sorpasso” di Dino Risi al fianco di Vittorio Gassman arrivò alla ribalta nel 1956 al fianco di Brigitte Bardot, con la quale ebbe anche una breve relazione, in “E Dio creò la donna” di Roger Vadim. Tra gli altri suoi film italiani “Il conformista” di Bernardo Bertolucci del 1970, “La donna della domenica” di Luigi Comencini del ’75, e “Il deserto dei tartari” di Valerio Zurlini del ’76. Al successo internazionale giunse con “Un uomo , una donna” di Claude Lelouch del ’66 accanto ad Ainouk Aimée.
La notizia della morte di Trintignant è stata data alla stampa francese dalla moglie, Mariane Hoepfner Trintignant, con un comunicato stampa in cui si dice che l’attore è morto “serenamente, di vecchiaia, questa mattina, nella sua casa, nel Gard, circondato dai suoi cari”.
La carriera e la filmografia
A metà degli anni Cinquanta le sue prime apparizioni: tra queste la più significativa è indubbiamente in “E Dio creò la donna” (in Italia tradotto in “Piace a troppi» 1956) di Roger Vadim, dove recita accanto a Brigitte Bardot.La sua carriera si interrompe presto a causa del servizio militare obbligatorio, ma in conclusione del decennio torna a essere chiamato da Vadim per “Relazioni pericolose” del 1959 e, nello stesso anno, da Valerio Zurlini per “Estate violenta”.Dopo essere stato scelto da diversi altri importanti autori transalpini – da Abel Gance per “La battaglia di Austerlitz” (1960) a Georges Franju per “Piena luce sull’assassino” (1961) – sarà ancora un regista italiano a dargli grande fama: nel 1962 Dino Risi firma il suo capolavoro, “Il sorpasso”, con Vittorio Gassman nei panni dell’arrogante Bruno Cortona e Trintignant in quelli del timido studente Roberto. Il loro duetto darà vita a uno dei più significativi film sul boom economico e a una delle vette assolute della “commedia all’italiana”.
Da Bertolucci a Scola
Gli anni Settanta si aprono con un altro capolavoro e un’altra interpretazione da annali della storia del cinema: Bernardo Bertolucci gli offre il ruolo principale ne “Il conformista”, tratto dall’omonimo romanzo di Moravia, e Trintignant regala una delle prove più psicologicamente stratificate e complesse di tutta la sua vita.I grandi nomi del nostro cinema continuano a osannarlo e, nel corso di un decennio in cui prova anche a esordire dietro la macchina da presa, lavora per Luigi Comencini ne “La donna della domenica” (1975), accanto a Marcello Mastroianni e Jacqueline Bisset, mentre Valerio Zurlini torna a lavorare con lui con “Il deserto dei tartari” (1976), tratto da Buzzati. Anche gli anni Ottanta partono con un altro film italiano di livello straordinario: nel film corale “La terrazza” (1980), tra i titoli più significativi del cinema di Ettore Scola, recita accanto a nomi come Mastroianni, Tognazzi e Gassman, confermando la sua incredibile affinità con il cinema italiano. Con Scola tornerà a collaborare nei successivi “Passione d’amore” (1981) e “Il mondo nuovo” (1982), ma altrettanto – e forse ancor più – significativa è la presenza in “Colpire al cuore” (1983), notevole esordio di Gianni Amelio di cui è l’interprete principale.
Dall’alto a sn: Colpire al cuore,1982 di Gianni Amelio; Il conformista, 1970 di Bernardo Bertolucci, Il sorpasso, 1962 di Dino Risi; Film rosso,1994 di Krzysztof Kieślowski
Il grande cinema francese e Michael Haneke
Sempre del 1983 è l’ultimo lungometraggio di François Truffaut, “Finalmente domenica”, in cui è protagonista accanto a Fanny Ardant.Altri nomi del grande cinema francese che lo scelgono in questo periodo sono ancora Claude Lelouch, con diversi titoli, e André Téchiné col bellissimo “Rendez-vous” del 1985.In seguito, le sue partecipazioni iniziano a diradarsi, ma le sue prove colpiscono ancora nel segno: si pensi all’indimenticabile giudice in pensione di “Tre colori – Film rosso” (1994), terzo film della Trilogia dei Colori firmata da Krysztof Kieslowski, dove recita accanto a Irène Jacob.Dopo alcune brevi apparizioni in produzioni minori, Trintignant torna un gigante in “Amour” (2012) di Michael Haneke, uno dei film più toccanti del nuovo millennio, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes: l’essenzialità austera della messinscena di Haneke è straordinaria, ma altrettanto impressionanti sono le prove di Trintignant e di Emmanuelle Riva, nei panni di una coppia ottantenne impossibile da dimenticare.Haneke prosegue il suo discorso sui nuclei famigliari con “Happy End” (2017), un altro film in cui l’attore francese svetta e commuove, come dimostra soprattutto la sequenza finale.Del 2019 è la sua ultima interpretazione ne “I migliori anni della nostra vita” di Claude Lelouch, film emozionante e terzo capitolo della serie “Un uomo, una donna”, che segue i due protagonisti ben cinquant’anni dopo il loro primo incontro.
L’assassinio della figlia Marie
Tanti e tali successi di carriera vennero offuscati dalla cronaca: nel 2003 la figlia Marie, che ne aveva seguito le orme, fu uccisa dal compagno, Bertrand Cantat, cantante del gruppo francese Noir Désir.