a cura di Letizia Piredda
Due vicini di casa in buoni rapporti tra di loro, iniziano a contendersi un fiore che è sbocciato proprio sulla linea di confine tra le due proprietà. La contesa sfocia in una progressiva spirale di violenza che raggiunge vertici inimmaginabili. Questo corto, Neighbours,1952 dello scozzese Norman McLaren, è un esperimento di stop motion girato però con attori in carne e ossa, con una tecnica innovativa chiamata pixilation[1]. Il corto è una surreale satira antimilitarista, purtroppo molto attuale in questo momento. Completamente muto, presenta strani suoni artificiali ottenuti graffiando il bordo del film con vari blob, linee e triangoli che il proiettore leggeva come suono. Divertente all’inizio, si trasforma man mano, colorandosi di toni sempre più violenti, in un filmato tra il grottesco e l’horror. Per l’incisività della storia e la riflessione che suscita in un tempo davvero breve, solo 8′, il corto ha ricevuto il Premio Oscar per il miglior cortometraggio documentario.
Note
[1] La stop motion consiste in una tecnica d’animazione che a partire da una serie di scatti fotografici attraverso il montaggio li trasforma in un video. La pixilation è una tecnica simile più avanzata applicata però ad attori in carne ed ossa.