di Tano Pirrone
Intanto, vi do una notizia appena arrivata, ancora non ufficiale, riservata – livello inviati esclusivi – tiptap secret: la notizia verrà data dal Tg1 delle 13 direttamente da Sua Equità la Presidente della Rai, pardon, del Tg di Rai1, per essere subito dopo smentita, in modo che nel Tg della 20 se ne possa fare un approfondimento, per confermare che era vera, ma non troppo. Io ne sono venuto a conoscenza perché sono amico del cugino di un impiegato amministrativo di un bagno turco di Odessa, che ora (il cugino) fa il massaggiatore a Roma ed ha come cliente la suocera della cognata dell’uomo che fa le pulizie nel palazzo affianco a quello della Rai. La notizia è questa: la direzione del festival di Sanremo è stata scippata dalle mani di Amadeus (cui voglio tanto bene perché assomiglia molto a mio figlio Francesco, ma non viceversa) e affidata per un triennio a… Zelensky. Cosi Putin al massimo potrà andare a Domenica In, ma mai di domenica, da Mara Venier: peggio di così non poteva essere punìt…, il Putìn!
Le altre notizie sono più serie e riguardano veramente la notte in bianco degli Oscar: parafrasando l’infelicemente political scorrett che è e che fu quel negriero di Shakepeare, “tanto rumor per nulla!”. Ma prima di darle, devo confessarvi che non sono inviato di nessuno da nessuna parte, ma che si tratta di un refuso, che non posso cambiare per vincoli contrattuali.
Allora, andando in ordine, ma cominciando dalla Coda, bisogna rassegnarsi a priori e atarassicamente lèggere e inghiottire senza masticare: il film che ha vinto si chiama Coda. Poco o punto si sa di altro: ieri sera ho visto 7 minuti e mezzo di questo film su Sky e poi mi sono svegliato alle 7,30. C’è relazione fra il minutaggio della mia sofferenza di ieri sera e l’ora della sveglia? Non saprei, ma nel magico mondo di Penn, tutto è possibile! Tornando alla Coda e rassicurando i romani che leggono posso assicurare senza tema di smentite che la Coda non è alla vaccinara, ma si tratta di un film di sordomuti per udenti che sentono: io che sento poco mi troverò comunque bene. Ad un attore realmente sordomuto è andato l’Oscar per la migliore prestazione maschile. Il film è un rifacimento di un film francese, dimenticato, La famiglia Bélier.
Prima di continuare, mi preme informare il distinto pubblico che l’intervento del Presidente dell’Ucraina non si è svolto nonostante le minacce di Sean Penn. La felice linea politica del premio si è però consolidata: i premi sono stati equamente distribuiti in base ai colori della pelle e all’appartenenza alla comunità LGBTQQIA+. Di più non so. Rimarco, comunque la totale estraneità della comunità giornalistica di Repubblica (unica mia fonte allo stato attuale) a qualunque tentativo di essere corretti nel riportare le notizie e nell’uso dei termini della lingua italiana. Vengo e mi spiego: scrivono i gloriosi che Will Smith ha colpito con un “pugno” il solito cretino di turno, che americanamente scherza sulla malattia della moglie del nostro amato Will, giustamente incazzato. Ora il “pugno” è, in lingua italiana, “un colpo inferto con la mano chiusa”.
A fianco alla notizia c’è una foto, che dimostra senza ombra di dubbio, che Will, ha colpito il presentatore cretino con uno schiaffo, che è, invece “colpo dato sul viso con la mano aperta”. Lo schiaffo se saputo dare è altrettanto se non più doloroso, e sicuramente più umiliante. Non sono autorizzato a rilasciare premi, ma se potessi, il mio Oscar solidale andrebbe al vincitore dell’Oscar per il miglior protagonista nel film King Richard – Una famiglia vincente (lo stesso Will Smith). Alla bella Jada Pinkett le nostre scuse e gli auguri di pronta e definitiva guarigione. Condizione quest’ultima, la guarigione, che è praticamente impossibile per cotal schiocco cui fu dato il compito di presentare la serata degli Oscar: dalla stupidità non si guarisce, ma uno schiaffo ogni tanto tiene all’erta.
L’unica buona notizia che arriva dalla patria di Biden (quello che sembra Stanlio ed invece è solo scemo, per distinguerlo dall’orrido peldicarota che è scemo ma sembra Ollio) è questa: il film di Sorrentino non ha vinto; il regista napoletano torna a mano (di Dio) vuota (…Dio lo volle!).
Letizia, bravissima con le foto: hai recuperato il tono al vetriolo e trovata la prova testimoniale dell’imprecisione sistemica dei cronisti di Repubblica.