di Tano Pirrone
Il successo di lettura della recensione del libro di Francesco Costa Dive del cinema ci ha convinti dell’idea di presentare a intervalli regolari (senza esagerare!) ritratti di donne che nell’ambito cinematografico hanno avuto una presenza talmente forte “necessaria” da essere poi per sempre considerate delle Dive, attributo dedicato solo a cantanti o attrici teatrali o cinematografiche che abbiano raggiunto grande notorietà; rimaste, aggiungo, in un firmamento (Stars) scrutato con passione da generazioni di appassionati.
Inizieremo da una attrice americana (da dove altrimenti?) nata nel cuore della provincia americana nel 1913 e morta a Los Angeles nel 2000: ricordiamo Loretta Young, attrice dalla carriera longeva, vincitrice di un Oscar nel 1947 per La moglie celebre di Henry C. Potter [1], che abbandonata a due anni dal padre con tutto il resto della famiglia e trasferitasi a Hollywood, già a quattro anni debuttava, partecipando nell’arco di quattro anni in diverse pellicole (mute, s’intende!).
Fu allora che cominciò ad essere chiamata Loretta. Proprio nel 1921 partecipò al film Lo sceicco con Rodolfo Valentino. Bambina prodigio del muto, si affermò definitivamente col sonoro. La si vede, bambina urlante, in The primrose ring e due anni dopo nel più celebre The Only War. Dal 1927, con Naughty But Nice, al 1953, con It Happens Every Thursday, recita in 91 pellicole, compresa una del 1996 La colomba di Natale, senza contare le interpretazioni da adolescente. Chiusa la parentesi cinematografica si dedica alla televisione, protagonista dei serial A letter to Loretta e The Loretta Young Show dal 1954 al 1963 che le valgono tre Emmy. Tra i film interpretati sono da ricordare, fra gli altri Caffè Metropol, Il giocatore, Il richiamo della foresta, L’adorabile intrusa, Le chiavi della città e Perdonami se mi ami.
«Lineamenti delicati, occhi azzurri, morbidi capelli ramati, raffigurò la bellezza femminile nell’accezione più romantica. Penalizzata dal confronto con Jean Harlow che la surclassò in La donna di platino di Frank Capra, diventò una diva per la sua dolcezza e un’aria di fragilità che era soltanto apparente perché celava una volontà di ferro con cui costruì una carriera durata oltre cinquanta anni. Stupenda in film in costume come I crociati (1935) di Cecil B. De Mille, si rivelò una raffinata commediante al fianco di Tyrone Power con la quale formò una coppia di inarrivabile bellezza in cinque film fra cui L’amore è novità di Tay Garnett e Mia moglie cerca marito di Walter Lang».[2]
Fervente cattolica ebbe fuori dal matrimonio una figlia che affidò ad un istituto, da cui la riprese dopo diciannove mesi adottandola. Rivelò, in un’autobiografia autorizzata che il padre della bambina era Clark Gable, col quale negò di aver avuto alcun rapporto sentimentale e aver subito da parte dell’attore violenza carnale.
1] Henry C, Potter, (1904 – 1977). Esordì come regista teatrale e conservò sempre questa specificità; si trovò a suo agio soprattutto nella commedia e nei musical. Oltre al citato film con cui Young vinse l’Oscar, ricordiamo Follie di Jazz (1941) con Fred Astaire, La casa dei nostri sogni (1949) con Cary Grant e Hellzapoppin’, sgangherato e demenziale film comico del 1941.
[2] Testualmente da Dive del cinema di Francesco Costa, Giulio Perrone Editore, 2022