Recensione del libro Dive del cinema di Francesco Costa [1]
di Tano Pirrone
A Roma il Goethe Institut e la Biblioteca (comunale) Europea occupano lo stesso stabile, al numero 15 di via Savoia. Da casa mia non sono più di cento passi. Frequentissime, quindi, le visite per prendere o lasciare libri e dvd, oppure per partecipare a qualche interessante conferenza organizzata dal Goethe; oppure, come in questo caso, per la presentazione di un libro: 15 marzo, 17,30, Dive del Cinema (maiuscola, sempre!). L’autore è Francesco Costa, scrittore (naturalmente), sceneggiatore (intuibile), critico cinematografico (come troppi), docente di Storia del Cinema (maiuscola, sempre!); ha pubblicato romanzi con le maggiori case editrici italiane e numerosi libri per ragazzi, vincendo il Premio Selezione Bancarellino per il romanzo Leo. La scuola dei veleni (Touring Junior 2010). Da due suoi romanzi sono tratti i film La volpe a tre zampe di Sandro Dionisio, con Miranda Otto e Angela Luce e L’imbroglio nel lenzuolo di Alfonso Arau, con Maria Grazia Cucinotta e Geraldine Chaplin. I suoi libri sono tradotti in Germania, Grecia, Spagna e Giappone.
L’aula della biblioteca è predisposta per un’ottantina di persone. All’ora d’inizio quasi tutti i posti sono occupati: 4 uomini e 70 donne. Con questo rapporto sessant’anni fa si poteva dar di matto, ma ora è solo triste: dove cabbasisi sono andati a finire gli uomini, che fanno, quanti ombelichi hanno da osservare e su cui riflettere, che non possono venire ad ascoltare qualcuno che parla (e scrive, a monte) di cinema o di qualunque altra cosa, che non sia la guerra in Europa? Che fanno, questi vecchi uomini mummificati, senza interessi e senza pepe nel sedere? Che tristezza! Ma viva le donne, viva mille volte le donne, viva, che escono parlano leggono, si incontrano, scrivono, vanno al cinema, al teatro, alle presentazione dei libri… vivaddio, lasciando a casa le mummie ravvoltolate, cui a ottant’anni manca ancora tanto la mammina. Che tragedia, amici miei!
L’autore sta a sinistra, alla nostra sinistra, intendo; al centro la presentatrice n. 1, Paola Gaglianone, editor (preferisco altri mestieri come il coroner, la traduttrice dal sanscrito delle ricette trovate nel Mar Morto, lo specialista di scritte sui vettori che Musk usa per andare in orbita ecc.); alla nostra destra il presentatore numero 2, Riccardo Fabrizi, regista (e qui rivelo una notizia bomba: la parola regista[2] nella nostra lingua è stata introdotta nel 1931; in nota maggiori informazioni). Se lo sapevate, zitti e mosca, altrimenti un silenzioso grazie basta.
Il canonico trio parla il giusto. Ognuno di un aspetto del libro; l’autore scende nei particolari e ci informa nel dettaglio. Nel frattempo, io mi sono alzato ed ho comprato il libro, così, se la presentazione e lo sfoglio sapiente vanno bene, faccio presto, alla conclusione, ad alzarmi, farmi fare la dedica e chiedere se posso fare una recensione del libro; che intanto, complimenti al quasi omonimo editore è costruito bene: ho altri libri della collana[3]: copertina bianca con i risvolti, un bianco sporco intelligente, ché così invecchia meno e sembra già vissuto, sin da subito.
Fantasma di femminee fattezze già invitato
da Omero a cantare l’ira funesta di Achille,
la diva tornò in vita per sedurre milioni di spettatori
nel buio della sala cinematografica.
Settantadue dive, soprattutto italiane, americane, francesi e tedesche sapientemente raccontate da Francesco Costa. Una narrazione che parte dalle storie, i successi professionali, le interpretazioni, gli amori, le vite movimentate portando il lettore a scoprire quanto queste grandi attrici siano state per le donne del ‘900 modelli di coraggio, emancipazione, anticonformismo e, per la loro modernità, lo siano ancora per le ragazze di oggi. Un’appassionante carrellata che parte dalla diva del muto Lydia Borelli fino a Julia Roberts con in mezzo leggende come Greta Garbo e Marylin Monroe, ma anche le nostre Virna Lisi, Sofia Loren, Anna Magnani, Silvana Mangano, Gina Lollobrigida, Lucia Bosè, Elsa Martinelli, Claudia Cardinale e ovviamente Monica Vitti.
Nessun neo, quindi, in queste idi di marzo, con l’orizzonte rischiarato a tratti da aurore poco boreali, che pensavamo ormai relegate negli stantii documentari di Sky? Si, il neo c’è ed è di “sistema”, a questo punto: anche l’altro libro citato nelle note soffre di questo bug. Non esiste un indice analitico, per nomi. Proprio in libri in cui il testo è concatenato a sfilze di nomi, manca lo strumento semplice, doveroso di un indice analitico: carenza grave, diciamolo. Provveda l’editore e si ricordi che i libri non solo si leggono più o meno velocemente, per essere più o meno dimenticati, ma a volte si conservano, e servono per riprenderli, consultarli, farli vivere più che lo spazio di un pomeriggio di fine inverno, freddo e con bagliori all’orizzonte inusitati.
[1] DIVE DEL CINEMA di Francesco Costa – Collana Le nuove Onde – Giulio Perrone Editore – € 20,00
[2] Regista, s. m. e f. [der. Di regìa, coniato da Bruno Migliorini, presidente dell’Accademia della Crusca, per sostituire il francese régisseur. Regista è chi si occupa, come attività professionale, di regìa, chi cura o ha curato la regìa di una determinata rappresentazione.
[3] Antonio Di Grado – Scrivere a destra. Vite narrate e vite perdute nel ventennio nero – Giulio Perrone Editore