a cura di Letizia Piredda
È uno dei documenti più sorprendenti tra i molti esposti nella mostra dedicata all’attore scomparso “Troisi poeta Massimo” inaugurata nel giugno 2019 a Roma con oltre 80 scatti privati e immagini d’archivio, locandine e carteggi privati [1]. La lettera, finora inedita, sta rimbalzando sui social grazie alla pubblicazione su Twitter di una foto della giornalista Giulia Bianconi.
La lettera ci svela un Paolo Sorrentino 21enne interessato a collaborare con Troisi come aiuto regista.
Molto interessanti alcuni passaggi che svelano aspetti del carattere di Sorrentino insospettabili, come la timidezza e la riservatezza che lo spinsero a tornare a Napoli dopo aver tentato la strada del trasferimento a Roma, che però gli ha riservato un’accoglienza fredda. Amara esperienza quindi come il ritratto che della Capitale confezionò vent’anni dopo ne La grande bellezza, portandosi a casa un Oscar e – verrebbe da pensare – anche una piccola rivincita. Così come deliziosa è la chiosa della lettera, con la quale Sorrentino si augura di ricevere una risposta perché spero di poter fare cinema piuttosto che lavorare in qualsiasi altro campo con la mia futura laurea in Economia e Commercio.
Non è chiaro se Troisi abbia mai risposto alla lettera di Sorrentino. Quel che è certo è che i due non lavorarono mai insieme. Forse non ce ne fu neanche il tempo: Troisi sarebbe morto appena un paio di anni dopo. Oggi Paolo Sorrentino ha 51 anni e nella lettera dice di averne 21, quindi la lettera dovrebbe risalire al 1991 circa.
Nel frattempo è uscito l’ultimo film di Sorrentino E’ stata la mano di Dio, 2021. Nella presentazione del film Sorrentino ci ha tenuto a dire:“Non c’è Fellini, non c’è altro, solo il cinema di Massimo Troisi, dall’inizio alla fine“. E questo nonostante alcune scene circensi e personaggi femminili debordanti che farebbero sicuramente pensare al regista riminese.
Note
[1] La mostra è stata allestita al Teatro dei Dioscuri al Quirinale, promossa e organizzata da Istituto Luce-
Cinecittà con 30 Miles Film, in collaborazione con Archivio Enrico Appetito, Rai Teche, Cinecittà si Mostra,
a cura di Nevio De Pascalis e Marco Dionisi e con la supervisione di Stefano Veneruso.