di Gianni Sarro e Letizia Piredda
Dopo aver fatto propria la lezione del neorealismo, Rosi apre una nuova fase del cinema italiano: il realismo critico o realismo epico, come diceva Moravia.
Il neorealismo testimoniava immediatamente la realtà, cioè viveva nel tempo della realtà che rappresentava, il realismo critico invece racconta fatti della realtà italiana a distanza di tempo.
Ad esempio Salvatore Giuliano viene girato da Rosi nel 1962, a dieci anni di distanza quindi dai fatti reali.
Subito dopo Salvatore Giuliano, Rosi gira Mani sulla città, affrontando uno dei temi più scottanti di sempre: la speculazione edilizia.
Sceglie per il protagonista un attore americano di grande bravura Rod Steiger: corporatura robusta e capacità d’imporsi sono gli elementi base per interpretare il personaggio, Nottola.
Fin da subito notiamo l’assertività di Nottola riuscire ad avere la meglio sulle argomentazioni, seppur valide del suo avversario De Vita, l’esponente del Partito Comunista. Nottola invade lo spazio si muove con rapidità a dx e sn dello schermo e soprattutto si trova sempre in posizione dominante, sopraelevata sulla città.
Rosi definisce Nottola ‘energia vitale necessaria alla città’, che contrappone i fatti alle parole, le case moderne appena costruite, come elemento di sicuro convincimento che scalza qualsiasi posizione ideologica seppur giusta e condivisibile. Stessa cosa succederà nel confronto tra Nottola e Maglione, il sindaco di Napoli. Il potere di Nottola sembra incommensurabile rispetto ai suoi avversari: ha un progetto molto articolato e di lunga durata sul piano edilizio, ha sviluppato strategie raffinate sul piano politico e sa muoversi abilmente sia con gli avversari sia con i possibili alleati.
Parecchi anni prima, ai tempi del cinema muto espressionista, Murnau nel Faust aveva rappresentato Mefistofele che domina la città avvolgendola con le sue enormi ali, sembra da pipistrello, in una stretta mortale: l’immagine è di una potenza indicibile ed esprime il potere assoluto di questa figura malefica.
Non sappiamo se Rosi avesse presente questa immagine quando ha ideato la figura e il nome del protagonista di Mani sulla città, ma certo l’analogia è stringente, sia per le caratteristiche del personaggio che per il nome: Mefistofele, ovvero un Nottola ante litteram!