la Redazione
Eshkol Nevo racconta, in un’intervista su Vanity Fair, l’impressione che gli ha fatto vedere il film di Nanni Moretti, tratto dal suo libro: Sono rimasto ammirato dall’intensità di tutti. Ne riportiamo i punti più significativi.
Il Libro di Eshkol Nevo ha avuto un successo planetario e anche Nanni Moretti l’ha amato al punto di volerci fare un film: il suo Tre piani, applauditissimo a Cannes, è stato proiettato ieri in prima assoluta alla presenza di Eshkol Nevo.
“Ma che effetto fa vedere il proprio romanzo trasformato in un film?”
E’ come camminare nel tuo sogno più bello, in un sogno profondo. E’ un’esperienza molto intima e personale. Qualche volta ti ricordi i tuoi sogni, qualche volta li dimentichi, qualche volta li condividi, qualche altra non riesci a dire niente a nessuno perchè ti imbarazzi. Ecco, con questo film, che è il primo film che viene tratto da un mio libro, è come se qualcuno fosse entrato nei miei sogni e si vede che quel qualcuno è italiano: i personaggi sono italiani, sono ben vestiti, meglio di come io me li ero immaginati, e si muovono in un edificio di Roma, sicuramente più bello di quello che io avevo visto nei miei sogni...
“C’è qualcosa nel film che avrebbe voluto mettere nel libro?”
Credo che la regia sia affascinante e gli attori siano davvero bravissimi. C’è qualcosa di molto forte nel loro modo di recitare: hanno reso più solide e reali delle caratteristiche dei personaggi che nel libro erano rimasti solo degli sketches…
“Lei è capace di perdonare?”
Vorrei dire di sì. Per me è più facile dire “mi spiace” che perdonare davvero…
“Oltre al perdono ci sono altri temi che vengono fuori in modo diverso nel film rispetto al libro?”
Nel film ci sono molte sorprese e alcuni cambi rispetto alla trama che ho scritto io… Credo che il libro e il film siano complementari, hanno lo stesso cuore:il tema delle relazioni, della genitorialità, della parentela…Nel libro ci sono argomenti su cui spesso i genitori non vogliono parlare e il film ha avuto il coraggio di affrontarli. Non mi sarei immaginato un regista di Hollywood per raccontare la storia del mio libro: ci voleva un italiano, un europeo coraggioso…
“Lei in quale dei tre piani abita?”
Credo di abitare in tutti i piani, sempre, contemporaneamente. I tre piani rappresentano le tre istanze intrapsichiche freudiane: Es, Io e Super-Io. Nei piani si racconta la realtà e, nella vita reale, ci sono complessità e conflitti… e io scrivo di questo, lo racconto attraverso i miei personaggi. Forse i lettori sentono che non sono i soli a provare certi sentimenti, alcuni magari scomodi o inopportuni, e così, anche guardando il film, possono sentirsi capiti…