«Portato per mano dal mio fratellino maggiore, Gianpaolo (detto Jean Paul)[1] mi sono buttato sul letto a leggere (sfogliare lentamente, per essere corretti, piluccando qui e là) il Castoro del Godard[2]. Ho questa impressione: che Jean-Luc sia uno dei non tanti autori di vero inequivocabile cinema, di quella “cosa”, che oltre che a farti passare un’ora e mezza di tempo ti dà modo di pensare, leggere, approfondire, discutere, aprire un dibattito, confrontarti: un autore “produttivo”, anche in opere apparentemente minori; vere e proprie armi bianche che si possono usare per uscire dalla trincea in cui siamo stipati aspettando un Godot che ha smesso da tempo di pensare a noi. Uscire dalla stato di trance e tentare una sortita: ritrovare il cinema ed il modo di celebrarlo che avevamo creato e conosciuto: una cerimonia in onore della Ricerca, lo sforzo di Capire, l’ “intelligenza”.»
Note
[1] Jean Paul Belmondo
[2] Alberto Farassino, Jean Luc Godard. Il Castoro, 2002
Sono siceliota, greco di Sicilia, figlio degli orgogliosi e valenti coloni che fondarono l’antichissima Hydra, che fu poi l’Ayn Sindi degli Arabi e, in ultimo, Francofonte, mio borgo natio.
Ho frequentato il liceo classico. Negli anni ’70 ho vissuto due lustri a Palermo, dove ho lavorato svolgendo con passione attività sindacale nella FLM e intensa attività politica.
Dal 1981 vivo con mia moglie Paola a Roma, dove, ora, mi prendo cura delle piante della mia terrazza; dei miei amici, che sono sempre meno e sempre più cari; vedo film e serie tv, vado al cinema e al teatro, seguo qualche mostra: leggo, studio; scrivo ogni tanto di cinema, di libri, di teatro, e di altre cose, segnatamente per me stesso. Pubblico pure su RedazioneCulturaNews, Ponzaracconta, Odeonblog, ed altri siti di cinema, di teatro e di poesia. Sono autore di due raccolte di poesie, Mye, 2022 e Poets Are Not Nice, 2025.
Ho due figli, Francesco e Andrea, ed avevo un cane, Bam, che continua ad accompagnarmi dovunque io vada. Nell’ottobre del 2022 sono diventato nonno orgogliosissimo di Vittorio, figlio di Andrea e Sara, che, a quanto si dice in famiglia, finirà fra non molto di godere della condizione privilegiata di figlio unico.
Sono faticosamente di sinistra, qualunque cosa ciò voglia oggi dire. Sono stato incendiario ed ora dovrei ragionevolmente essere pompiere… ma è tutto sinceramente complicato!
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