a cura di Letizia Piredda
Sciacalli nell’ombra (The prawler),1951 di Joseph Losey
Sorprendente questo film di Losey per la storia, che richiama quella di La fiamma del peccato, con una suspence giocata tutta sul rapporto ambivalente tra i due protagonisti. Ma altrettanto intriganti sono le vicende che hanno contrassegnato il film nel suo sviluppo ( sono gli anni del maccartismo) che vale la pena di raccontare a mo’ di giallo parallelo.[1]
Losey, americano, è costretto a trasferirsi in Inghilterra, esiliato da Hollywood e dagli Stati Uniti perché sospettato di comunismo.
Questo film che è stato il primo ad essere restaurato dalla Film Noir Foundation, in quanto miglior film noir realizzato a Hollywood, viene prodotto in silenziosa collaborazione con la Horizon Productions nelle figure di Sam Spiegel e di John Huston, che, pur non essendo accreditato, è uno dei produttori del film. Huston all’epoca era sposato con Evelyn Keyes, co-protagonista del film, che si era lamentata con lui perché non le venivano mai assegnati dei ruoli impegnativi, le si chiedeva sempre e solo di essere adorabile. L’intero progetto del film fu costruito quindi per lei. Ma un altro elemento di rilievo è che la sceneggiatura fu scritta, senza avere nessun accredito, da Dalton Trumbo, anche lui come Losey nella lista nera di Hollywood, ma con l’aggravante di essere accusato di ostacolare la giustizia perchè si era rifiutato di fare i nomi di amici e colleghi che la pensavano come lui. Sapendo di dover finire in carcere Trumbo scriveva senza sosta per cercare di lasciare un po’ di soldi alla famiglia.
Il film è un affascinante spaccato noir dell’epoca, considerato da parecchi critici un’imitazione di La fiamma del peccato, ma è anche un esempio di quello che sarà un sottogenere noir degli anni ’50, cioè il filone che vede protagonisti dei poliziotti corrotti [2]. Il film che all’inizio si chiamava Il costo della vita, è incentrato su un poliziotto con aspirazioni piccolo-borghesi, che detesta fare il poliziotto.
Con una mossa strategica Huston fece interpretare a Trumbo il ruolo del conduttore radiofonico marito di Evelyn. Noi non lo vediamo mai, ma la voce è la sua. Questo diede la possibilità a Trumbo di firmare il film prima di andare in prigione.
Il poliziotto corrotto è interpretato da Van Heflin che ci consegna un personaggio fantastico. La dinamica tra i due protagonisti è quella della mosca, Evelyn e del ragno, Webb il poliziotto. Questa dinamica viene riproposta costantemente con l’introduzione di nuovi elementi, e in una spirale parossistica di abiezione fino all’inevitabile passo finale che, come in tutti i noir che si rispettano, è senza via di scampo.
Note
[1] Viene riportata ampiamente nell’articolo la presentazione di Eddie Muller, Presidente della Noir Film Foundation.
[2] Questo genere di film venivano sceneggiati da persone perseguitate dal governo che, in quel momento, utilizzava gli agenti di polizia come rappresentanti dell’autorità, che in quanto tali potevano perseguitare chiunque.