a cura di Letizia Piredda
Il 30 gennaio 1931 a Los Angeles, in California, presso il Los Angeles Theatre ci fu la prima di Luci della città: scritto, diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin, che ne compose anche le musiche. Chaplin, allora poco più che trentenne, già era tra le persone più famose al mondo; e lo era anche l’uomo che incontrò a quella prima: il fisico Albert Einstein, che ancora era cittadino tedesco e aveva conosciuto Chaplin durante un tour degli Universal Studios, diventandone amico.
Einstein e sua moglie Elsa furono quindi tra gli spettatori che, quella sera al Los Angeles Theatre, celebrarono con una standing ovation la fine della proiezione del film, durante la quale si mescolarono lacrime e risate.
Sembra ch Einstein, fosse l”unica persona” che Chaplin voleva incontrare alla premiere del suo film.
Il fisico aveva già vinto l’ambito premio Nobel per la fisica nel 1921 e si trovava all’apice della sua fama in quel momento. Ecco quello che si sono dette le due geniali menti al loro incontro:
- Einstein: “Quello che ammiro di più della tua arte, è la tua universalità. Non dici una parola, eppure il mondo ti capisce!”
- Chaplin: “Vero. Ma la tua gloria è ancora più grande! Il mondo intero ti ammira, anche se non capisce una parola di quello che dici”.
Ci piace chiudere questo breve spin-ops con una piccola considerazione su quello che è avvenuto sui social: il post, dal momento della sua pubblicazione, ha raccolto più di 18.000 Mi piace e tantissimi commenti, diventando virale. E questa volta, che a diventare virale sia un frase come questa, siamo davvero contenti.