la Redazione
Riportiamo l’articolo di Margherita Bordino su Artribune del 5 aprile 2021
Non è più previsto il divieto assoluto per i film di uscita in sala né di uscita condizionata a tagli o modifiche. È ufficiale l’abolizione definitiva della censura cinematografica in Italia. “Definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”, commenta il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha firmato il decreto che istituisce la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura presieduta dal Presidente emerito del Consiglio di Stato Alessandro Pajno. La Commissione ha “il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori”. Fanno parte della commissione “quarantanove componenti, scelti tra esperti di comprovata professionalità e competenza nel settore cinematografico e negli aspetti pedagogico-educativi connessi alla tutela dei minori o nella comunicazione sociale, nonché designati dalle associazioni dei genitori e dalle associazioni per la protezione degli animali”. L’abolizione della censura cinematografica è sicuramente un fatto storico, anche se ora come ora bisognerebbe riflettere su cosa accadrà quando i cinema saranno riaperti.
UNA MOSTRA VIRTUALE PER CONOSCERE E NON DIMENTICARE
La censura cinematografica è stata un grosso limite con cui gli artisti italiani, in passato, hanno dovuto fare i conti. Per evitare errori in futuro, ovvero nuove censure, è stata aperta Cinecensura una interessante mostra virtuale permanente promossa dalla Direzione Generale Cinema del ministero della Cultura, realizzata dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia e dalla Cineteca Nazionale. Nella mostra sono stati raccolti materiali relativi a 300 lungometraggi e a 80 cinegiornali, ma anche 100 tra pubblicità e cortometraggi, 28 manifesti censurati e filmati di tagli. Ed è possibile accedervi a questo link. Quattro sono le aree tematiche in cui è divisa: sesso, politica, violenza, religione. Cliccando in ognuna di esse si accede a una lista di contenuti che mostra i vari film che hanno subito la censura dal dopoguerra in poi (anche se la prima legge che inserisce un atto censorio risale al 1913), una lista ricca e approfondita in cui è possibile scovare anche diverse curiosità. Anche perché, conosciamo veramente tutto della censura cinematografica? Di certo sappiamo che è stata riferita a centimetri di pelle femminile troppo esposti, all’eccesso di violenza e realismo, alle rappresentazioni della Chiesa cattolica e dei suoi esponenti, allo spettro del fascismo e ai temi sociali.
GLI EFFETTI DELLA CENSURA NEL PASSATO
Non tutti lo sanno, ma su molti artisti si è abbattuta la scure della censura, spesso ingiustificata. Ma lo sapevano bene registi come Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Luchino Visconti. Oltre alla censura totale, dagli anni Trenta fino agli anni Novanta in Italia è stata in voga un’altra forma di censura, quella dei tagli mirati, ovvero tagli di scene o inquadrature che lasciavano il film mutilato. Solo per citare alcuni esempi eclatanti di censura totale: Nodo alla gola di Alfred Hitchcock fu bloccato dalla censura italiana nel 1949 e distribuito solo nel 1956; Arancia meccanica, film del 1971 diretto Stanley Kubrick, fu trasmesso in tv per la prima volta nel 1999 sulla pay TV e solo nel 2007 sulla televisione in chiaro; Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci fu bloccato dalla censura dal 1972 fino al 1987. Alla censura non è scampato neanche Totò, spessissimo punito per le sue battute esilaranti contro la politica e i vari governi. Fu censurato anche nel film che gli rendeva omaggio. Un film del 1998, Totò che visse due volte di Daniele Ciprì e Franco Maresco.
– Margherita Bordino