a cura di Letizia Piredda
Da dicembre la collaborazione tra Il Cinema Ritrovato e My Movies mette a disposizione, ogni mese, una serie di capolavori restaurati, film e documentari rari, corti d’autore. La visione è possibile tramite un accredito di 15 euro mensili, che, a mio avviso, sono assolutamente ben spesi, dato che attualmente abbiamo soltanto qualche nuova uscita di film su Netflix o su Prime Video, insieme al mare magnum di serie che impazzano dappertutto.
E’ stato così che ho visto la Jetée, 1962 di Chris Marker , un cortometraggio di 27 minuti, audace da tutti i punti di vista: prima di tutto perchè è fatto di sole foto con il commento di una voce fuori campo; ma poi anche per il contenuto che, come ci racconta Goffredo Fofi nella presentazione, ruota attorno ad un paradosso temporale, dove passato e presente si rovesciano reciprocamente l’uno nell’altro.
Siamo in un futuro senza più speranza, il pianeta è distrutto, le guerre si susseguono senza sosta. C’è un potere che manda nel passato una sorta di esploratore, per capire dove si è sbagliato e se è possibile, intervenire nel passato per correggere la rotta degli avvenimenti. La spedizione poggia sulla convinzione che l’esploratore, avendo assistito a un tragico fatto che apre in qualche modo una storia pessima futura, possa ripartire da quel fatto, avvenuto nella sua infanzia, per ricominciare e, quindi, ristudiare il mondo, un po’ sull’idea di Herbert Wells utilizzata nei suoi romanzi avveniristici. Un gioiello della fantascienza e del cinema sperimentale.
Chris Marker, oltre ad essere un maestro del cinema-verità, era un grande fotografo. Oltre a La Jetée , fece diversi documentari, tra cui Lettera dalla Siberia, considerato forse il più bello.
La Jetée ha ispirato il film L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam, del 1995, pellicola che offre numerosi rimandi al film di Marker.
