di Barbara Perversi
La legge del mercato (2015) è il sesto film del regista francese Stéphane Brizé, ed il suo terzo consecutivo che vede come protagonista Vincent Lindon (miglior attore maschile al Festival di Cannes e Premio César) con cui ha lavorato anche In guerra (2018), nuovamente sul tema più che attuale della sopravvivenza nel mondo del lavoro.
Un cinema-manifesto, in cui la realizzazione è stata coerente con la narrazione, che ricorda da vicino l’impegno artistico e politico del paladino degli ultimi, Ken Loach. “Fin dall’inizio del processo di scrittura, sapevo che il film sarebbe stato girato con una piccola troupe, con attori non professionisti e che avrei voluto lavorare con Vincent Lindon – ha dichiarato Brizé nelle note di regia. Non solo, ho spiegato a Christophe Rossignon il produttore e a Vincent Lindon che avrei voluto co-produrre il progetto con un budget ridotto e investendo la maggior parte dei nostri compensi nel film, mentre la troupe sarebbe stata regolarmente pagata. Non tutti i film possono essere realizzati in questo modo ma con questo è stato possibile. L’argomento, lo stile e l’aver autofinanziato il film, è una scelta di coerenza.”
Uno strepitoso Vincent Lindon, star indiscussa del cinema d’Oltralpe che non lesina il suo punto di vista su classe politica, media e la necessità della cultura al centro della vita di tutti, interpreta un cinquantenne vittima dei tagli lineari (cioè meramente economici) di un’azienda in cui ha lavorato una vita. Thierry ha una moglie ed un figlio portatore di handicap. Ed una convinzione tenace: andare avanti, senza impantanarsi in guerre giudiziarie che non può permettersi e non lo porterebbero a nulla.
Dopo un giro kafkiano tra centri per l’impiego, corsi di aggiornamento, la banca che cavilla su ogni singolo aspetto, Thierry accetta l’impiego nella sorveglianza di un supermercato. Un occhio sugli avventori e sui colleghi stessi.
Vita vera, persone normali come tante formiche operose stritolate da un enorme sistema che obbliga tutti a controllare gli altri e a fare di tutto o quasi per tenersi l’agognato posto di lavoro. E se il sistema decide che preferisce i dividendi ai propri dipendenti, che quelle cedole costruiscono col proprio impegno, ecco che il lavoro può svanire da un giorno all’altro, come la coppia Brizé-Lindon ha ampiamente documentato nella pellicola In guerra (2018), in concorso al Festival di Cannes.
E il taglio del documentario è la forza di questi film di finzione, non lontana dalla realtà di cui, sempre più spesso, classe politica e industriale ignorano praticamente tutto.
Info: https://academytwo.com/?s=legge+del+mercato&post_types=film