Strana vita di Zvi Moshes Skikne, bravo attore, regista senza successo e padre di una bounty killer.

di Pino Moroni

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Lawrence Harvey (Zvi Mosheh Skikne), bravo attore inglese famoso negli anni ’60, era nato in Lituania. Emigrato in Sud Africa nel 1947 si iscrisse a Londra alla Royal Academy of Dramatic Arts ed esordì con merito e successo subito l’anno dopo con un thriller House of Darkness. Per circa 10 anni lavorò con impegno e pazienza in teatro, in televisione ed al cinema in ruoli secondari. I suoi primi ruoli di protagonista come Romeo per il film Giulietta e Romeo di Renato Castellani e George in Tre uomini in barca (Ken Annakin) tratto dal famoso romanzo di Jerome K. Jerome, sono prodotti alla metà degli anni ‘50. Nello stesso 1955 viene chiamato per un ruolo importante (il capitano John Durrance) in uno dei primi kolossal Cinemascope Tempeste sul Nilo (Terence Young), remake de Le quattro piume film del 1939 diretto dal mitico Alexander Korda. Korda ancora produttore aveva voluto Harvey per il suo passato di attore shakespeariano, come lo era stato Ralph Richardson nella precedente versione.

Finalmente nel 1959 con La strada dei quartieri alti di Jack Clayton, Harvey può interpretare teatralmente un tipo classico di inglese elegante e raffinato, arrivista e fedifrago, freddo e passionale ed ottiene una nomination all’Oscar. Sarà invece l’attrice francese Simone Signoret, nella parte della moglie a conquistare la statuetta. D’ora in poi Lawrence Harvey che è un bellissimo uomo, capace di recitare, ed anche un personaggio bizzarro del jet set mondiale (tre mogli e una vita dissoluta da rotocalchi), diventa un’icona del cinema hollywoodiano al pari di altri grandi attori con cui recita.
Nel 1960, al massimo della notorietà, John Wayne in veste di produttore, regista e attore (nei panni di Davy Crockett) lo scrittura nella parte del colonnello William Travis, per il suo film fondamentale su La battaglia di Alamo. La pellicola (alla quale partecipano anche Richard Widmark, Richard Boone e Frankie Avalon) ottiene buone critiche, incassi favolosi, nomination all’Oscar e vince per la miglior colonna sonora di Dimitri Tiomkin  (De Guello). Un’opera epica mai più raggiunta. La stessa missione di Alamo fu poi usata per decine di western. Allo stesso tempo si cimenta in Venere in visone con un mostro del cinema come Liz Taylor.
Nel 1962 Harvey recita con Frank Sinatra in Vai ed uccidi, dove ottiene grande successo in una originale storia moderna di fantapolitica, ripresa tante volte nel cinema e nelle serie distopiche del terzo millennio, in cui la chiave di ogni regime è il controllo e l’uso criminale della mente umana. Nel 1962 con Anime sporche di Edward Dmitrick si trova invischiato, come nella sua vita, nelle trame di uno stuolo di grandi interpreti femminili: Capucine, Jane Fonda, Anne Baxter, Barbara Stanwyck.

Lawrence Harvey e Jane Fonda in Anime sporche, 1962

L’Oscar non tocca a nessuno dei molti interpreti ma a Elmer Bernstein per una delle canzoni più amate del cinema Walk on the wild side. Lavora poi con registi di rango come John SturgessGeorge PalCarol Reed, Henry Hataway, Martin Ritt e Ted Kotcheff. Con Brian Forbes si impegna, partner Kim Novak, nella riduzione cinematografica del famoso romanzo di Somerset Maugham Schiavo d’amore. Prova a dirigere anche un film Cerimonia infernale (1963) ma è un insuccesso.

L’incontro con John Schlesinger, grande ed originale regista inglese (Via dalla pazza folla, Un uomo da marciapiedi, Domenica maledetta domenica) porta di nuovo Harvey a girare in Inghilterra come comprimario di una bravissima Julie Christie (premio Oscar per la migliore interpretazione). Darling del 1965 è un piccolo capolavoro, in cui un’ambiziosa fotomodella, opportunista sfruttatrice di uomini di rango elevato, raggiunge il successo e l’infelicità personale.

Lawrence Harvey e Julie Christie in Darling, 1965

Ed ecco il caso fortuito: nel 1968 due registi vecchi e famosi chiamano Harvey a recitare per il loro ultimo film. Robert Siodmak (I gangsters, La scala a chiocciola, Il corsaro dell’isola verde) sta girando La calata dei barbari, storia delle dominazioni barbariche e dell’ascesa di Giustiniano, concepita in due parti. Siodmack viene esautorato dalla produzione, che con l’aiuto di Harvey cerca di rimediare ad un polpettone troppo lungo e non commerciale. Un altro insuccesso. Antony Mann creatore di raffinati western (Winchester 73, L’uomo di Laramie, Dove la terra scotta) chiama Harvey per il ruolo squallido e pessimista di un agente inglese che fa il doppiogioco. Alla morte di Mann durante le riprese, Harvey subentra e porta a termine il film Sull’orlo della paura che non ebbe però successo.

Nel 1973 Harvey, che aveva solo 45 anni ed era già malato, provò ancora a dirigere un film Arrow beach: la spiaggia della paura. Malgrado il suo impegno per terminarlo (uscirà postumo l’anno successivo) e le tematiche che anticipavano il filone horror macabro, oggi molto di moda, il film fu ancora un insuccesso.

Domino Harvey, figlia della sua terza moglie, la modella Paulene Stone, era nata nel 1969 ed aveva solo 4 anni alla morte del padre. Una bambina trascurata, triste e solitaria. Seguì le orme della madre come giovane indossatrice di Hollywood, poi inserita da cattivi maestri in un ambiente di violenza e di rischi, scelse la strada del Bounty Killer (cacciatrice di taglie) riempiendosi di nausea per quello che vedeva e viveva e di droga. Nel 2005 dopo essere passata per vari centri di disintossicazione fu arrestata e messa agli arresti domiciliari per possesso e spaccio di anfetamine. Fu trovata morta per overdose e sulla sua incredibile e violenta storia con Keira Knighley Mikey Rourke i produttori Ridley e Tony Scott nello stesso anno girarono un film Domino che, malgrado la moda dei film sempre più violenti, non ebbe successo.

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