a cura di Letizia Piredda
L’ architettura ha sempre avuto un ruolo importante nei film e, in molti casi, ha svolto un ruolo di primo piano: basti pensare, tra i film più recenti, a Parasite, dove le due case, e in particolare quella dove si svolge la maggior parte del film, rappresentano perfettamente il continuo rimando tra alto e basso, e tra ricco e povero. [1]
E, tra i meno recenti , a Una giornata particolare che si svolge all’interno dei Palazzi Federici, opera degli anni ’30 dell’architetto razionalista Matteo De Renzi, a significare l’adesione di massa al fascismo, contro il quale si stagliano le figure dei due protagonisti.
Due semplici esempi su come l’architettura svolga un ruolo da protagonista in molti film.
A questi se ne potrebbero aggiungere molti altri: Manhattan, Caro Diario, Il cielo sopra Berlino, Metropolis, L’odio, oltre ai numerosi e bellissimi documentari sui più grandi architetti del XX secolo.
Adesso disponibili su RaiPlay, YouTube e Vimeo. [2] I nomi di spicco sono: Frank Lloyd Wright, Mario Botta, la scuola Tedesca Bauhaus, Tadao Ando, Zaha Hadid.
Al primo posto The man who built America il documentario su Frank Loyd Wright.
Narrato da un host d’eccezione, l’architetto scozzese Jonathan Adams, il documentario guida lo spettatore in un viaggio che tocca le più importanti opere del maestro americano: la casa – studio di Lloyd Wright e lo Unity Temple di Oak Park, la Robie House di Chicago, la villa Taliesin a Spring Green, la Ennis House di Los Angeles, la Casa sulla Cascata, il Johnson Max Building, la villa Taliesin West a Scottsdale, ed ovviamente il tardo capolavoro del Solomon Guggenheim Museum di New York. Quest’ultimo fu tra le opere più controverse: infatti all’epoca veniva schernito perché “assomigliava ad una lavatrice”.
[1] https://living.corriere.it/tendenze/extra/oscar-2020-parasite-scenografia/?refresh_ce-cp
[2] https://www.targetpoint.it/blog/migliori-5-film-architettura/