di Barbara Perversi
Dopo 35 anni dalla sua fondazione, svariati restyling e necessari aggiornamenti, Il Ragazzo Selvaggio rimane una delle riviste di riferimento nel panorama degli studi sul cinema ed è tuttora l’unica rivista dedicata alla cosiddetta educazione all’immagine, ovvero l’approfondimento di contenuti e tematiche, nonché del linguaggio stesso, in questo caso, di cinema e di narrazione audiovisiva seriale.
Il bimestrale, edito dal Centro Studi Cinematografici (CSC), una delle Associazioni di cultura cinematografica riconosciuta dal Mibact, in collaborazione con il Centro Studi per l’Educazione all’Immagine, ha visto riconosciuto, dal 2004, il criterio di scientificità dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione Universitaria e della Ricerca) per le Scienze Storiche, Filosofiche, Pedagogiche e Psicologiche.
Tra i migliori critici, storici, saggisti si alternano per proporre analisi di film (anche classici), televisione e linguaggi multimediali che abbiano un interesse educativo: Il Ragazzo Selvaggio, infatti, si rivolge prevalentemente ai docenti delle scuole che hanno così accesso a “saggi su temi attuali, schede critiche su film adatti alle diverse fasce di età, presentazioni di percorsi e/o esperienze connessi con la fruizione di film, proposte televisive, immagini di varia natura; recensioni di libri, di dvd e di proposte veicolate da internet”, cui si aggiungono resoconti da numerosi festival italiani ed europei.
Pertanto non una rivista collettanea di recensioni varie, ma la proposta di un percorso e la lettura delle direzioni dei linguaggi audiovisivi, evitando l’incedere dei club esclusivi di cinematografari e affini. Cinque numeri cartacei all’anno in abbonamento, con supplementi e l’Annuario dei film per la scuola consultabili e scaricabili sul sito del Centro Studi Cinematografici www.cscinema.org.
Molto attuale ed interessante l’analisi che Massimo Causo propone, nell’ultimo numero, sulle immagini al tempo del Coronavirus, nel periodo dell’assenza fisica; Giuseppe Gariazzo recupera Memorie di un assassino, film del 2003 del premio Oscar per Parasite, Bong Joon-Ho; mentre Giancarlo Zappoli esamina Indomite, una collezione della storia di 30 donne a fumetti ideata e realizzata dalla francese Pènelope Bagieu (edita anche in Italia): un percorso didattico utile nel periodo del distanziamento sociale.
Il CSC, fondato circa 70 anni fa, “si propone di realizzare una presenza nel settore audiovisivo della comunicazione sociale attraverso una attività di base, diretta alla liberazione dell’uomo”; a tal fine, pubblica da 40 anni Film, trimestrale di critica cinematografica, Saranno Famosi, annuario delle opere prime del cinema italiano, un volume di studi all’anno, e Forum Italia, una collana interamente dedicata al cinema italiano d’autore perso o invisibili. Presso la sede del CSC sono consultabili, inoltre, un archivio fotografico, una biblioteca/emeroteca ed un fondo archivistico che raccoglie recensioni dal dopoguerra a oggi.
Informazioni: www.cscinema.org – info@cscinema.org