L’angelo sterminatore e Caos calmo: le idee affini di Luis Bunuel e Nanni Moretti

di Pino Moroni

C’è una corsa sfrenata in questo momento alla ricerca di film che parlano di contagi ed apocalissi naturali.    Il film Contagion (Steven Sodebergh 2011) e Virus Letale (Wolfgang Peterson 1995) per ora sono i più gettonati, ma poi prevarranno 28 giorni dopo (Danny Boyle 2007) e Io sono leggenda (Francis Lawrence 2007). Ma tornando indietro al mondo creativo dei surrealisti (per il cinema Luis Bunuel) L’Angelo sterminatore è senz’altro il più famoso e lungimirante film postapocalisse.
Un gruppo di persone rimane bloccato, senza ragione, per giorni in una casa perdendo piano piano tutti i principi e le morali imposte dalle convenzioni sociali fino ad arrivare alla liberazione dell’essere primitivo che è in noi (finalmente il re è nudo). Per Bunuel che è sempre stato un libertario ed un creativo quella esperienza claustrofobica non può che essere rivelatoria degli errori di una società falsa e formale e quindi esperienza assolutamente positiva e catartica. Le convenzioni, i formalismi e le sovrastrutture che regolano una società borghese, benestante, ipocrita, intrigante si stemperano in una situazione surreale come quella da lui creata artificialmente. Bunuel ne fa un racconto corale, corrosivo sulle abitudini, i modi di essere, i pensieri e le azioni di tre classi sociali: la borghesia, il clero, i militari, caste dominatrici allora.
Ma perché questo gruppo di persone non può più uscire dalla casa dopo una festa e perché fuori c’è il vuoto, il deserto di gente? Oggi la situazione è la stessa anzi universalizzata, ma non è più surreale ma reale e ne sappiamo anche la ragione. Non vado oltre.

Nel 2008 dal romanzo di Sandro Veronesi, Caos calmo, ne fu ricavato un film, sceneggiato da Nanni Moretti e diretto da Antonello Grimaldi. Per Moretti, qui in veste di bravissimo attore e secondo me persona vera schietta e rigorosa, è rivelante e positiva la astrazione e la solitudine del suo personaggio dallo stesso tipo di società borghese, formalista, ipocrita, indifferente se non mafiosa (vedi la figura viscida di Roman Polanski), signorile di massa, come si dice ora. Moretti parte non dal gruppo, ma dall’individuo, che incontrando gli altri, subisce, si difende e combatte la mentalità di questo tipo di società senza più principi né morale.

Nanni Moretti in Caos Calmo, di Sandro Veronesi, 2008

Il suo personaggio passa i giorni solo seduto su una panchina, mentre a turno parenti, amici e sconosciuti lo vengono a trovare portando i messaggi chimerici e le brutture di quella società, con un proprio intimo scopo da perseguire, attendere la figlia all’uscita di scuola. La sua è una tensione morale che combatte le cattive abitudini e le idee di un mondo amorale e corrotto che oggi è nel caos (calmo).Bunuel e Moretti sono in fondo le due facce di una critica profonda di una società che così com’è ha problemi di sopravvivenza di ogni tipo, fisico e sociale. Entrambi sono molto critici con una società che non accettano ed hanno due maniere diverse ma affini di descriverla e condannarla. E lo hanno sempre fatto con film come ad es. Il fascino discreto della borghesia, Viridiana, Il fantasma della libertà, ecc., l’uno, Ecce Bombo, La messa è finita, Caos calmo (sceneggiatura), ecc., l’altro.

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