di Silvia Boccardi
Avete visto mai Una donna e una canaglia di Claude Lelouch?
Lino Ventura è a cena con alcuni personaggi di elevato livello culturale, invitato da una affascinante signora che ha conosciuto da poco .. l’intellettuale marito della signora commenta alcuni film, ma Lino Ventura non ne sa nulla…
-Ma scusi lei non legge mai le recensioni?
-No.
-Ma allora come fa a scegliere un film?
Lino Ventura fa una pausa, guarda l’affascinante signora e dice
– Come scelgo una donna… correndo un rischio.
Non penso che sia così facile, ma se si è capaci è proprio un bel modo di andare al cinema, questo. Qualcosa di questo film, di cui non sappiamo nulla, già ci attrae, perché ci hanno detto che è bello. Oppure abbiamo visto qualche immagine che ci ha colpito. Forse ci hanno detto che ci piacerà, anzi che piacerà proprio a noi, che è il nostro genere. E’ di un regista che ci ha fatto già provare qualcosa in altre occasioni. Oppure è chi ce lo consiglia che ci ha fatto provare qualcosa..
Non sappiamo altro ed è meglio non sapere altro perché allora può veramente accendersi la scintilla della scoperta e svelarsi una bellezza che è preceduta solo da una promessa di bellezza. Siamo pronti ad innamorarci.
Poi forse il film è brutto, cretino, inutile e ci ritroviamo a dire “ ma come è venuto in mente al tale che a me sarebbe potuto piacere? E perché proprio a me? ” In questo caso non raro la delusione sarà dura, come quella delle storie che finiscono male e che mettiamo nel bagagliaio della vita.
Concordo e mi rispecchio in questa riflessione. Anche a me piace correre il rischio, senza ascoltare commenti e infilarmi al cinema in solitudine per godere appieno l’esperienza. E prendermi il lusso di formulare la mia recensione solo quando mi sento pronta, nei giorni a venire. Nel caso di “Una donna, una canaglia” è stato amore a prima vista.