Volentieri pubblichiamo l’articolo di Irene Bignardi comparso oggi su Repubblica in ricordo di Kirk Douglas
E’ stato il figlio del venditore di stracci e il padre di Michael Douglas. Il ragazzo povero che faceva qualsiasi cosa per guadarsi da vivere e lo studente ambizioso. E’ stato Spartacus, lo schiavo ribelle di Kubrick, e un folle Vincent Van Gogh e il titolo del film – Lust for life, Brama di vivere- definisce perfettamente la sua vita, di lui Kirk Douglas, morto ieri a 103 anni: ad annunciarlo è stato il figlio Michael “con un’infinita tristezza”.
E’ stato un malmesso Doc Hollyday in Sfida all’OK Corral di John Sturges.Ed è stato Ulisse ( per il nostro Camerini) e il colonnello Dax, l’ufficiale che non crede alla logica dalla guerra in Orizzonti di gloria, il film che suggellò la sua amicizia con Kubrick. E stato decine di altri personaggi (in quasi 80 film), sempre, anche nei minori, lasciando il segno di una recitazione di classe e di una faccia singolare, bella ma non a priori simpatica, o necessariamente attraente, capelli alti sulla fronte, brillantina, sorriso da schiaffi.
Un grande attore nato nel 1916 ad Amsterdam, New York, con un altro nome, Issur Danielovitch Demsky, figlio di un poverissimo immigrante ebreo uscito dalla Bielorussia: un padre che, come ricordava Kirk Douglas nella sua fortunata biografia, Il figlio del venditore di stracci, non sapeva né leggere né scrivere
e che diede alla sua famiglia una vita poverissima. Nel 1951 conquista il ruolo di una vita: l’ambiguo, violento, ambizioso Chuck Tatum di Asso nella manica, capace di creare un enorme luna park e mettere a rischio la vita di un uomo intrappolato per amore di uno scoop.
Una vita di successi — anche se, pur candidato a tre Oscar, non ne ha mai vinto uno, fino ad essere premiato dall’Oscar alla carriera nel 1996.
Una vita costellata di fortuna e di successi, ma anche di incidenti e di dolori. Nel 1991è scampato miracolosamente a un incidente aereo in cui hanno perso la vita due persone. Poi, nel 1996, un ictus gli ha reso difficile parlare. Nel 2004 suo figlio Eric, nato dal suo matrimonio con Anne Buydens, è morto per eccesso di stupefacenti- e il vecchio leone non sapeva darsene pace. I suoi rapporti con Michael sono stati per anni inesistenti, durissimi.
Nel 2009 era tornato sulla scena con un monologo autobiografico intitolato Before I forget (Prima che io dimentichi) raccontando la sua vita di star. Una star, una delle poche che restavano, della vecchia Holly-wood gloriosa, un uomo che ha visto andarsene gli amici, Lancaster, Sinatra, Lana Turner, e che è rimasto, vecchio, ferito e coraggioso, a testimoniare di che tempra erano fatti i grandi del passato. E se ora per strada al cognome Douglas la gente pensa a Michael, quel Michael esiste solo perché il figlio del venditore di stracci è stato grande, grandissimo.