segnalato da Sandro Russo
Un treno merci passa attraverso i grandi prati sotto le montagne del Caucaso. Nella cabina Nurlan, il macchinista, guida il treno lungo il percorso che passa attraverso un angusto quartiere di Baku, dove il tracciato dei binari è così vicino alle case da corrispondere esattamente alla strada che separa tra loro i modesti edifici.
La vita del quartiere si svolge sui binari: gli uomini bevono il tè seduti ai tavolini posti sulle rotaie, le donne stendono i panni su fili sospesi sopra il tracciato ferroviario. Quando il treno passa, gli abitanti si alzano, raccolgono frettolosamente i loro oggetti, scappano nelle case e tutto ciò che resta viene intercettato dalla carrozza guidata da Nurlan.
Lui, a fine giornata, raccoglie gli oggetti rimasti attaccati al treno e li riporta ai loro legittimi proprietari: lenzuola, palloni, piume di pollo. L’ultimo giorno di lavoro, in procinto di andare in pensione, trova attaccato al tergicristalli un oggetto inusuale: un reggiseno. Nurlan lo mette nella sua valigia e lo porta nel villaggio di campagna in cui vive. Nei giorni a seguire, pensare alla donna che ha perso quel reggiseno gli toglie il sonno.
La grande solitudine in cui vive lo spinge infine a mettersi alla ricerca della sua proprietaria: una ricerca che si rivelerà difficile, buffa, commovente, e che per lui finirà per coincidere con la ricerca dell’amore e dell’appartenenza.
Il film è stato girato nel quartiere “Shangai” di Baku, dove davvero la vita della comunità girava intorno ai binari del treno, appena prima che l’intera zona venisse completamente demolita. Tra gli attori protagonisti del film Paz Vega, Maia Morgenstern, Chulpan Khamatova, Miki Manojlovic e Denis Lavant.
NOTE
DI REGIA: «The Bra senza dubbio inizia come una commedia ma poi il
protagonista, il macchinista Nurlan, incappa in esperienze che possiamo
definire tragiche. Ma è anche una storia d’amore, una storia d’amore con un
finale inatteso.
Ho scelto di fare un film senza dialoghi perché considero il
parlato un modo per raccontare storie non-filmico. Il cinema è essenzialmente
fatto di storie che vengono narrate attraverso immagini e suoni, ma non si può
semplicemente eliminare i dialoghi dalla sceneggiatura. I film senza dialoghi
devono essere concepiti proprio in quanto tali, questo comporta un lavoro
notevole nella scrittura. Ma credo che il risultato sia qualcosa di unico per
il pubblico che guarda il film».