di Letizia Piredda
Pelikanblut di Katrin Gebbe, 2019, Orizzonti
Il titolo del film Sangue di pellicano, prende spunto dal fatto che la femmina del pellicano, quando nutre i piccoli, prendendo piccoli pezzi di pesce macerati nella sacca della mandibola, sembra quasi che si trafigga il petto per nutrirli. Da qui si é originata una credenza medioevale secondo cui il pellicano é capace di riportare in vita i figli con il suo sangue. Tema del film é la maternitá assoluta. Una madre che ha già una figlia adottiva di nove
anni, ne adotta un’altra di cinque, con un passato traumatico. La bambina presenta un disturbo reattivo dell’attaccamento, é incapace di provare emozioni e ben presto presenta comportamenti violenti che mettono a repentaglio la vita delle persone che la circondano. Non riusciremo mai a immaginare dove potrà arrivare la madre per trovare una soluzione al problema, né riusciamo a trovare una motivazione sensata per la sua scelta. D’altra parte la tendenza all’onnipotenza materna si è mossa sempre e solo in un ambito irrazionale. Ma nel 2019 ci può ancora interessare una scelta simile?
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per leggere Venezia in pillole (3) clicca qui: https://odeon.home.blog/2019/09/03/venezia-in-pillole-3/