Il Noir (1).

di Letizia Piredda

La storia del noir è piuttosto complessa ed articolata e soprattutto atipica.   Infatti, mentre per altri generi, come il Western e il Musical , il termine stava ad indicare una tipologia di film nota sia a chi faceva cinema,   sia agli spettatori,  nel caso del noir , il termine è stato coniato ed entrato in uso  proprio quando stava per concludersi  la stagione di questi film. Questo vuol dire che i registi dei film noir più celebri, non avevano idea che stavano facendo un film di questo tipo, e che né il pubblico né i critici , sapevano che stavano vedendo o analizzando  un film di questo genere. E’per questo,  che ,nel caso del noir, si parla di una categoria critica creata a posteriori. E’ quindi interessante capire come questa categoria si sia formata.
I primi ad usare il termine noir sono stati due critici francesi ,Nino Frank e Jean-Pierre Chartier, che hanno cominciato a definire  film “noir” quelli girati a Hollywood negli anni ’30: “Il mistero del falco” , di J. Huston, “L’ombra del passato” di E. Dmytryck    ,” Vertigine”, di Otto Preminger,  “La fiamma del peccato” di Billy Wilder e “Il postino suona sempre due volte” di Tay Garnett.

La fiamma del peccato, Billy Wilder, 1944

Procedendo nei loro studi, Frank e Chartier individuano  delle analogie tra questi film e alcuni film francesi, come ad esempio“Il porto delle nebbie” e “Albergo Nord” di M. Carnè.  Gli elementi che tutti questi film hanno in comune sono:  l’elemento “nero” , cioè un’atmosfera cupa e pessimistica, ma soprattutto  la tendenza al realismo, sia rispetto agli ambienti, sia rispetto alla caratterizzazione dei personaggi.

Il porto delle nebbie, Marcel Carnè, 1938

La definitiva consacrazione del termine  noir avviene negli anni ’50 , ad opera  di Raymond  Borde e Etienne Chaumeton,che pubblicano un libro sull’argomento : Panorama du film noir americain . In questo libro i due autori iniziano a delineare  un quadro più sistematico del “noir” : vengono individuati tra il 1941-45, gli anni in cui questo stile si forma, con apogeo nel 1948 , per esaurirsi nei primi anni ’50. Ma l’elemento principale che secondo Borde e Chaumeton caratterizza il noir non è il realismo, come avevano sostenuto Frank e Chartier, bensì l’aspetto onirico, allucinato, associato ad una particolare  trattazione della violenza che, a seconda dei casi, può sfociare nella brutalità o nell’erotismo.

Un’altra questione, molto dibattuta, riguarda il fatto  se il “noir” costituisca un “genere” o meno: a favore di quest’ultimo  è Hirsch, mentre altri lo considerano sia uno stile che un genere;  su tutte si distingue la posizione di Schrader che  fa confluire nel noir sia il realismo che l’onirismo, e che sostiene che l’elemento che fa da collante ai film noir , è il tema del crimine, del delitto, del conflitto tra tutori e trasgressori della legge.

A completamento di questa analisi, Borde e Chaumeton  individuano   le maggiori influenze  sul film noir , e ne evidenziano tre: -la letteratura hard-boiled, caratteristica per il modo realistico con cui ritrae il mondo dei criminali e dei poliziotti (Hammet, Chandler, Chain) per quanto riguarda i soggetti. -la psicoanalisi (diffusione di Freud in America negli anni ’30): relativa  alla componente irrazionale della motivazione criminale e all’ambivalenza dei sentimenti (oltre al motivo del “sogno”, del ricordo, della rimemorazione) – l’espressionismo tedesco: soprattutto nella messa in scena, nell’illuminazione, e nella scenografia.

Sempre Borde e Chaumeton, colgono una aspetto di grande importanza: diversi elementi della messa in scena del noir, quali la presenza ricorrente delle ombre, le riprese dal basso verso l’alto, l’insistenza su certi temi musicali, sono preesistenti in altri film, una per tutte la scena iniziale di Scarface, ma compaiono solo in una scena, un personaggio, un “decor”, mentre nei film noir  questi elementi diventano prevalenti e a volte dominanti.

D’altra parte questi elementi sono frequenti anche in un altro genere di film: i film “horror” (come ad esempio “Il bacio della pantera”, “La settima vittima” di Jacques Tourneur). Ne deriva che il noir costituisce un incrocio tra certe soluzioni formali, ricorrenti nell’horror, e l’iconografia, i personaggi e gli argomenti tipici del cinema poliziesco.

Il bacio della pantera, Jacques Turneur , 1942

In effetti già Borde e Chaumeton avevano affermato che il noir altro non è che la sintesi di 3 generi: il gangster-movie, i film dell’horror e il poliziesco classico. Ma, oltre a questo, avevano anticipato, con una grande intuizione, che l’elemento centrale dei film noir fosse la componente onirica, che produce un disorientamento  a tutti i livelli spaziale, temporale e etico. In realtà gli effetti di tale incrocio sono molteplici e richiedono un’analisi più approfondita che rimando ad un articolo successivo.

Leonardo Gandini. Il film noir americano. Edizioni Lindau,2008 Marina Fabbri, Elisa Resegotti (a cura di) I colori del nero. Ubu libri, Milano 1989

Continua: Il Noir e il Sogno (2) https://odeon.home.blog/2019/05/27/il-noir-e-il-sogno/

Informazioni su Letizia Piredda 191 Articoli
Letizia Piredda ha studiato e vive a Roma, dove si è laureata in Filosofia. Da diversi anni frequenta corsi monografici di analisi di film e corsi di critica cinematografica. In parallelo ha iniziato a scrivere di cinema su Blog amatoriali.
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Urbano

Ottimo lavoro!!!

Carla Averso Giuliani

Non pensavo che il noir fosse così complesso e articolato.
Grazie.
Carla Averso

Ciao Carla, grazie del commento. Si la complessità del noir è data dal fatto che è un genere definito a posteriori, e dal fatto che in esso sono confluiti elementi del poliziesco, dell’horror e del thriller. L’altra cosa interessante a mio avviso, è che la caratteristica principale del Noir non è il realismo, come si è ipotizzato all’inizio, ma l’onirismo. Ho sviluppato questo aspetto in un articolo successivo Il Noir e il sogno, di cui ti mando il link qui di seguito. Fammi sapere!
Ciao