Le mostre Galleria nazionale, Maxxi e Palazzo Braschi offrono uno sguardo sulla capitale. Gli scatti di Garrubba, le opere di Di Paolo e quelle degli artisti scelti per il Museo della fotografia
ARIANNA DI CORI
C’ è chi si ferma per il tempo di uno scatto, c’è chi a Roma ha messo radici per poi errare altrove. Al centro, una città di anarchici e vagabondi, di poveri e potenti, di intellettuali e turisti. Una bellezza ferita —dalle bombe oppure dall’eterna aria decadente che vi si respira — che dal dopoguerra ad oggi ha incantato generazioni di fotografi. Sono ben tre le mostre dedicate a mostri sacri della fotografia che con Roma hanno intessuto un legame. A partire dalla Galleria nazionale, dove oggi apre “Lontano”, monografica del fotoreporter napoletano — di casa a Roma dal 1950 e scomparso nel 2015 — Caio Mario Garrubba, ideata dall’Istituto Luce che ha acquisito la sua collezione di 60mila negativi e 40mila diapositive. Era un uomo che rifiutava l’universo patinato dell’editoria milanese, provava una naturale idiosincrasia per i potenti e sceglieva sempre e comunque la strada. Quella che porta in una surreale piazza danzante incastonata nella città in costruzione (“Roma,1955”), o che s’interrompe innanzi al muro di Berlino (fotografato nel 1961, ancora in fase di cantiere). Secondo fotografo occidentale dopo Cartier-Bresson a recarsi in Cina, i suoi reportage hanno subito attirato l’attenzione del settimanale “Il Mondo”. Un legame, quello con la rivista diretta da Mario Pannunzio, che portò un altro fotografo addirittura ad abbandonare la professione con la chiusura della rivista, nel 1966. Si tratta di Paolo di Paolo, classe 1925, che il Maxxi museo nazionale
omaggia da domani con “Il mondo ritrovato”. In mostra 250 scatti, per la maggior parte inediti, tra divi del cinema — da Anna Magnani, immortalata mentre prende il sole, a Marcello Mastroianni e Luchino Visconti — fino a scrittori come Pier Paolo Pasolini, e artisti, nobiltà e persone comuni. La riscoperta del cantore dell’Italia che rinasce dalle ceneri della guerra, si deve a sua figlia Silvia, che 20 anni fa ha trovato in cantina l’impressionante raccolta di Di Paolo di 250mila negativi, provini, stampe e diapositive. È invece la Roma contemporanea protagonista di “Fotografi a Roma”, a Palazzo Braschi, anch’essa aperta da domani. Raccoglie gli scatti realizzati da 15 star della fotografia internazionale, in 15 anni di progetto Commissione Roma. Un invito rinnovato dal 2003 al 2017 dall’ideatore e curatore (nonché fotografo) del festival FotoGrafia, Marco Delogu, che porta a una raccolta di 100 scatti appena acquisiti all’interno della collezione permanente dell’archivio fotografico del Museo di Roma. Dalle vedute romantiche e dai colori ovattati di Gabriele Basilico, che percorre il Tevere dalla diga di Prima Porta al ponte sud del Grande Raccordo, si passa allo sguardo divertito e barocco di Martin Parr, che indaga sulle moltitudini di turisti che affollano siti archeologici e piazze famose, fino all’umanità che Paolo Pellegrin ritrova nella famiglia rom di Sevla, che vive nel campo dietro Ponte Marconi. CRIERODVIIORE RISERVATA